Arturo Brachetti in “Cabaret”, al Brancaccio l’irriverente musical nella Berlino degli anni Trenta

Roma. Dal 18 ottobre e fino al 12 novembre è in scena al Teatro Brancaccio uno dei più famosi e apprezzati musical di sempre, “Cabaret”, proprio nell’anno in cui l’omonimo e pluripremiato film con Liza Minelli festeggia il suo cinquantesimo anniversario.
Lo spettacolo, la cui regia è affidata a Luciano Cannito e ad Arturo Brachetti, trasporta il pubblico presente a teatro nelle atmosfere decadenti e sfrenate della Berlino degli anni ’30, inconsapevole dell’imminente arrivo del nazismo.
La narrazione trova ispirazione in avvenimenti e personaggi reali, descritti da Cristopher Isherwood nel suo romanzo autobiografico “Goodbye to Berlin”, che racconta la capitale tedesca attraverso gli eccessi della sua vita notturna, la frenesia e le numerose correnti artistiche.
La storia è quella di Cliff Bradshaw, giovane scrittore americano sbarcato a Berlino in cerca di ispirazione che si innamora di Sally Bowles, interpretata da Diana Del Bufalo; insieme condividono una stanza in una modesta pensione gestita da una anziana signora tedesca, innamorata a sua volta di un fruttivendolo ebreo.
Fin da subito, colpisce la particolare attenzione rivolta alla dimensione umana di questi personaggi: gli ideali che muovono il giovane Clifford (interpretato da Cristian Catto), così come l’intensa e matura complicità tra Fräulein Schneider (interpretata da Christine Grimandi) e Her Schultz (interpretato da Fabio Bussotti), consentono al pubblico di empatizzare con i sentimenti e le speranze dei protagonisti, minacciate dalle inevitabili conseguenze dell’avvento del nazismo.
Le vicende dei personaggi ruotano attorno al Cabaret del trasgressivo Kit Kat Club e al suo maestro delle cerimonie, un irriverente e vulcanico Arturo Brachetti che stupisce anche in veste di cantante e ballerino fin dalle prime note di “Willkommen”.
Convince anche Diana Del Bufalo nel non semplice ruolo di Sally, che nell’immaginario collettivo appartiene a Liza Minnelli; già dall’esecuzione del brano “Don’t Tell Mama” l’attrice suscita il gradimento del pubblico riuscendo ad essere credibile nella costruzione di un personaggio sfrontato, grintoso, ma anche candido e volontariamente evasivo rispetto alla realtà del momento storico.
Lo spettacolo scorre velocemente per due ore grazie ad un ritmo quasi cinematografico e, nel corso dei due atti, alle vicende delle due coppie di innamorati si alternano famosissimi numeri musicali, qui ricreati con maestria anche grazie alla colonna sonora eseguita rigorosamente dal vivo dall’orchestra.
L’eclettico Brachetti, perfettamente a suo agio nel ruolo di Emcee, dirige, commenta ciò che accade in scena e coinvolge il pubblico presente, senza tuttavia rinunciare a mostrare anche le note abilità da trasformista che vent’anni fa gli hanno consentito l’ingresso nel Guinness dei Primati (il suo record è ancora imbattuto!).
Il “nuovo” Cabaret, in definitiva, è uno spettacolo sfarzoso, brillante, provocatorio, incredibilmente contemporaneo. Dentro c’è di tutto: amore, politica, trasgressione e senso di libertà si fondono nel contesto di una delle fasi più buie della nostra storia recente, generando inevitabilmente moltissimi spunti di riflessione.
Tra i momenti musicali più applauditi il duetto tra Emcee e Sally Bowles in “Money Money”, così come l’esecuzione del celebre brano che dà il titolo all’omonimo spettacolo; la buona riuscita di un musical dalla dimensione così corale, però, non può di certo attribuirsi soltanto ai protagonisti, ma è merito di ognuno dei personaggi che affollano il palcoscenico dall’apertura alla chiusura del sipario.
Un particolare plauso va infine rivolto anche alla scenografia firmata da Rinaldo Rinaldi, ai costumi di Maria Filippi e alla direzione musicale di Giovanni Maria Lori che hanno contribuito a dare nuova luce ad uno tra i più classici musical di Broadway, realizzando un allestimento del tutto inedito ma allo stesso tempo fedele allo spirito originario.

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