Napoli. L’inizio del nuovo anno ci offre l’occasione per raccontare di uno dei canti più celebri di questo periodo dell’anno: “Auld Lang Syne” o il “Valzer delle Candele”, nella versione italiana.
Si tratta di un brano tradizionale scozzese la cui paternità è attribuita al poeta Robert Burns che nel 1792 pubblicò una raccolta di ballate e poesie scozzesi, da lui tradotte e rielaborate, intitolata “Select Collection of Original Scottish Airs”. Il testo è dunque basato su un antico canto folcloristico scozzese. Infatti, “Auld Lang Syne” è traducibile nell’inglese moderno con le espressioni “old song since” o anche “long long ago” o ancora “days gone by”. Letteralmente significa “i giorni andati” o anche “i tempi ormai trascorsi”. È un inno che invita a ricordare i vecchi amici ed il bel tempo passato insieme. La musica, invece, è attribuita al compositore piemontese Davide Rizzio.
Un inno malinconico con cui tradizionalmente si saluta il vecchio anno dando il benvenuto all’anno nuovo; più in generale, il pezzo è celebrativo di un momento di passaggio: ad esempio, al termine del servizio militare o in occasione della fine del corso di studi, sugellando così un addio con dolcezza. In Scozia, il brano si è diffuso come musica tipica di Hogmanay, il capodanno scozzese. Gli emigranti scozzesi hanno poi portato la canzone in tutta la Gran Bretagna e negli Stati Uniti d’America. Ecco che si spiega l’aggancio di “Auld Lang Syne” all’ultimo giorno dell’anno. Anche Hollywood ha fatto nel tempo un utilizzo per così dire iconico di questa musica: da “La febbre dell’oro” (1925) a “Ocean’s eleven” (2001) da “Harry ti presento Sally” (1989) a “Capodanno a New York” (2011).
In verità, la consacrazione di questo pezzo quale musica dell’ultimo giorno dell’anno la si deve al direttore d’orchestra Guy Lombardo che con la sua orchestra (Royal Canadians) lo ha eseguito tutti gli anni dal 1929 per più di 30 anni, nel corso di un programma radiofonico e televisivo trasmesso in tutto il paese prima sulla CBS Radio Network e poi sulla NBC Radio Network.
Innumerevoli e molte eterogenee sono poi le esecuzioni di “Auld Lang Syne” nel tempo: Louis Armostrong, Frank Sinatra, Billy Joel, Elvis Presley, Mariah Carey, Rod Stewart e Jimi Hendrix sono solo alcuni dei più grandi artisti che hanno offerto una loro versione di questo canto. Più di recente, è celebre l’interpretazione di Dougie MacLean.
Una musica antica che porta con sé una malinconia sempre attuale per i bei tempi andati e, allo stesso tempo, un senso di attesa per un nuovo inizio.