Napoli. Al Teatro Augusteo lo scorso 12 maggio ha debuttato in anteprima nazionale “L’arte della truffa”, nuova divertente commedia di Andrea Maia, Vincenzo Sinopoli, Toni e Augusto Fornari, quest’ultimo anche regista, in replica fino al 19 maggio, per poi tornare lunedì 22 e mercoledì 24.
La storia si svolge tutta nell’elegante salotto (ricostruito nei particolari da Massimo Comune) di Stefania (la brava Carla Ferrero) e del marito, il pio Gianmario, (l’altrettanto bravo Roberto Giordano di cui si possono apprezzare i tratti di macchiettista e cabarettista).
I due costituiscono una famiglia napoletana di imprenditori vicina al Vaticano, ricca e progressista – hanno permesso alla cameriera narcolettica di utilizzare per un mese la loro casa a Cortina, – e per questo motivo, quando si sovrappongono due eventi apparentemente incompatibili, se ne trovano momentaneamente sprovvisti.
Francesco, detto Frank (l’esilarante Biagio Izzo), pluripregiudicato per reati di truffa, ha ottenuto gli arresti domiciliari e li sconterà a casa di Stefania, sorella “di terzo padre”; contemporaneamente il Cardinale (il simpatico Arduino Speranza) decide di fare visita alla coppia e trattenersi a cena per definire l’importante appalto dei lavori nel Duomo di Napoli.
Un’incomprensione con la società di catering e la fuga del proprio socio in affari, con l’intero capitale sociale, costringe Gianmario da una parte a chiedere l’aiuto della procace vicina di casa brasiliana Cielo (la bella Adele Vitale) e, dall’altra, del cognato Francesco, di cui ha sempre criticato il modo di vivere e di procurarsi il danaro.
Questa volta, però, è costretto ad accettare i suoi metodi, diventando così complice della truffa ai danni del Cardinale dal quale riuscirà ad ottenere quel danaro che, attraverso società di comodo, loro moltiplicheranno salvando la società, mentre manderanno in rovina il socio disonesto.
I controlli giornalieri del pregiudicato da parte del Carabiniere (il divertente Ciro Pauciullo), però, portano alla luce la truffa, che viene perdonata dall’alto prelato perché quel progetto in Kenya a favore dei bambini africani che era stato la leva per ottenere il finanziamento è stato effettiva-mente realizzato. Il lieto fine consente di ricucire il rapporto tra i due cognati che in fin dei conti non sono così distanti.
Sebbene protagonista della commedia sia Biagio Izzo con le sue battute comiche, a tratti irriverenti, il meritato successo è frutto di una valida compagnia di attori che non costituiscono affatto un semplice corollario al mattatore e gli applausi, allora, di un’attenta sala gremita, sono anche per loro.