Milano. “Bipolare è un brano molto importante e al quale sono particolarmente affezionato. Ho pensato il testo come una continua descrizione di situazioni in contrapposizione tra loro, perché credo che ogni individuo abbia, nel suo profondo, una doppia anima con cui deve fare i conti tutti i giorni”.
Queste le parole di Daniele Rotondo a proposito del suo nuovo singolo, “Bipolare”, estratto dal disco “Il mondo è qui”, che racconta della dinamica e spesso difficile collisione tra i nostri due “io”, due parti della nostra anima che di giorno in giorno si sfidano in una perpetua lotta per la sopravvivenza. Il testo di questa emozionante canzone ci invita a sfruttare le contese tra le nostre due anime per riflettere su noi stessi e sulle nostre decisioni, per metterci in discussione.
Già nel titolo del tuo singolo, “Bipolare”, fai un’affermazione coraggiosa: “ognuno di noi è bipolare”. Cosa ti ha portato a esserne così convinto e quanto c’è di autobiografico in questa dichiarazione?
Questo titolo è certamente molto autobiografico e la decisione di intitolare la canzone in questo modo è nata proprio durante la stesura del suo testo: mentre la scrivevo, il dualismo presente in me e in tutte le parole che la compongono si faceva sempre più lampante e inequivocabile. In realtà credo che ciò, almeno in me, si presenti soprattutto perché mi ritengo una persona soggetta a più influenze e con molte passioni ed idee: a seconda del momento potrei rispondere al medesimo avvenimento in un modo o nell’altro e questa mia versatilità mi aiuta anche a scoprirmi sempre di più.
Bisogna però specificare che “bipolare” ha un altro significato e, per quanto il termine sia abusato nel gergo comune, indica una patologia psichiatrica che va diagnosticata e che ha sintomi specifici e gravi. Per questo il titolo è anche molto forte e provocatorio: la canzone indica un fenomeno molto diverso dal bipolarismo estremamente comune, ovvero il contraddirsi e cambiare frequentemente opinioni.
Dentro di te, quali sono i due “io” a dialogo?
Indubbiamente il me musicista e il me fotografo. Si tratta di due lati della mia persona per me equamente importanti e dalla cui coesistenza ho imparato molto: fotografo soprattutto eventi musicali live e, mettendomi dalla parte di chi ascolta, ho compreso molto su come vorrei impostare le mie performances e ho potuto ammirare il magnetismo di tanti grandi cantanti e musicisti.
E proprio riguardo alla contraddizione, pensi che questo fenomeno sia aumentato ancora di più con l’utilizzo dei social? Ora che tutto ciò che scriviamo o diciamo è perpetuamente presente sul web, è sempre più evidente che certi individui sono capaci ed inclini a contraddirsi e che, al contrario, altri sono incapaci?
Probabilmente si. Tante persone che conosco sui social si trasformano in qualcun altro e ciò lo notiamo ancora di più perché, paradossalmente, scrivono tanto pensando poco. Sicuramente i social hanno contribuito a svelare questa doppia anima che abita in ognuno di noi.
Quindi, da un certo punto di vista, i due io di cui parli nel tuo testo sono il nostro io della vita di tutti i giorni e quello che impersoniamo dietro lo schermo di un telefono o di un computer?
In parte potremmo dire di sì, ma in realtà la contraddizione di cui parla “Bipolare” è sempre presente dentro di noi, viene solo esaltata una volta che esistiamo anche come identità virtuali sui social network.
Anche un altro tuo brano, “Semplice & Libera”, sembra parlare di contraddizione. Quale è stata l’evoluzione che ti ha portato a “Bipolare”?
“Semplice & Libera” sicuramente si basa anch’esso sull’idea che l’uomo, per inclinazione naturale, si contraddice e che spesso, nel mondo di internet, i messaggi che mandiamo o ciò che diciamo vengono interpretati in modo diverso da come vorremmo che venissero capiti. I versi “Descrivi te stessa, per gli altri sarai poi così?” e “Un solo tuo gesto potrebbe gettar tutto via” si riferiscono proprio allo spettro di significati che si possono dare a una semplice frase e a quanto l’opinione degli altri diventi un criterio fondamentale, soprattutto sui social network, per valutare la nostra opinione.
Direi che dall’uscita di “Semplice & Libera”, nel 2019, ho messo più a fuoco la dicotomia tra i nostri due “io” e sono riuscito in “Bipolare” a esprimerla al meglio.
Parliamo ora di “Lasciarsi andare”, che ha vinto il Premio Cinecittà Panalight al Roma Videoclip.
Anche in questo brano torna il tema della dualità, questa volta legato al significato che diamo all’espressione, che poi è il titolo, “Lasciarsi andare”. Può essere interpretato sia dal punto di vista personale, come un invito a non pensare, ad abbandonare le nostre paure e le regole che la società ci impone, ma anche da un punto di vista relazionale: non rincorrere più l’altra persona per cercare di rattoppare le pezze di un rapporto, bensì accettare che a volte è meglio non insistere e, appunto, lasciarsi andare.
Infine, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Penso che dal disco “Il Mondo è Qui” nascerà un altro singolo che sarà accompagnato da un videoclip.
Per quanto riguarda progetti più a lungo termine, invece, già l’anno prossimo vorrei presentare un altro disco. Non smetto mai di immaginarmi e di scrivere canzoni e sono impaziente di vederle diventare realtà.
Il dialogo con Daniele Rotondo mi ha offerto grandissimi spunti di riflessione sul concetto di musica e su questo dualismo che le sue canzoni raccontano con estrema chiarezza e profondità. In un periodo storico come quello che viviamo oggi, dove abbonda la cosiddetta “musica di consumo”, ovvero musica priva di significato, è emozionante vedere chi invece fa del comunicare attraverso le proprie melodie una missione.
Un grande in bocca al lupo a Daniele per il futuro e complimenti per il fantastico singolo!