Napoli. Sarà un weekend interamente firmato Il Pozzo e il Pendolo Teatro, sabato 16 e domenica 17 luglio alle ore 21.00 nell’affascinante cornice del Real Orto Botanico di Napoli, che vedrà, rispettivamente, Paolo Cresta dar vita alle parole di Alessandro Baricco, e Rosaria De Cicco a quelle di Elena Ferrante, in scena nell’ambito di Brividi d’Estate 2022.
Nata da un’idea di Annamaria Russo, l’originale rassegna, fra le più longeve della città e giunta alla sua ventunesima edizione, è sostenuta dalla sensibilità e la preziosa collaborazione dell’Università “Federico II” di Napoli, che gestisce il parco, e con il patrocinio del Comune di Napoli.
Fino a sabato 6 agosto, il parco più bello di Napoli si trasformerà nel più magico dei teatri immersi nel verde, con un viaggio nelle storie che abbiamo amato di più.
Il progetto di questa ventunesima edizione nasce dalla consapevolezza che le difficoltà di questo viaggio alla volta della sospirata “normalità” possono essere superate solo ragionando come un equipaggio. Persone diverse, con storie e ruoli diversi, consapevoli che solo lo sforzo comune può condurre alla meta.
Paolo Cresta porterà in scena, sabato 16 luglio, “Novecento” di Alessandro Baricco, una fiaba struggente, amara, dolcissima. La storia di un pianista eccezionale, capace di suonare una musica meravigliosa, una musica che non esiste da nessun’altra parte che non sia l’oceano. Il suo nome è “Novecento”, il suo mondo una nave dalla quale non sa scendere. Perché oltre quella nave c’è la vita. Quella vera.
E la musica, quella che “suona perché l’oceano è grande e fa paura” è invece l’unica vita che sa immaginare. È una musica che può suonare attraverso ottantotto tasti, una musica infinita attraverso uno strumento finito. L’unica musica che Novecento sa suonare. La sola vita che può vivere.
È un lacerante viaggio al centro dell’anima, nei gironi infernali delle paure e dell’insicurezza, del dolore e del passato “I giorni dell’abbandono” di Elena Ferrante con Rosaria De Cicco, adattamento e regia Annamaria Russo, in scena domenica 17 luglio. Le parole della Ferrante sono schegge di vita che dilaniano la carne, frammenti che chiedono voce per ritrovare il senso di un percorso.
Per mettere in scena un libro così, non potevamo che affidare a una sola, potente voce i chiaroscuri di una vicenda che è l’eterna vicenda dell’amore negato, in un racconto che cattura e trascina fino al fondo più nero, più dolente dell’esperienza femminile.