Napoli. Il 25 settembre alle ore 12,30 in Sala Giunta presso la sede della Regione Campania a Santa Lucia, alla presenza del Governatore Vincenzo De Luca, si è tenuta la conferenza stampa per la presentazione della terza edizione del Campania Libri-Fiera dell’Editoria” che si svolgerà dal 3 al 6 ottobre non solo al Palazzo Reale di Napoli ma in tutta la Campania. Sono infatti oltre 40 gli eventi gratuiti disseminati nelle sue province, nella forma di presentazioni, incontri, workshop e lezioni di scrittura creativa, il tutto per la promozione del libro e della lettura.
È una manifestazione che si è aggiunta e quest’anno è anche contemporanea al “Teatro Campania Festival”, entrambe sotto la direzione artistica di Ruggero Cappuccio, per il quale “solo leggendo si conquista l’indipendenza mentale, cioè una emancipazione. Leggere, inoltre, contribuisce all’educazione sentimentale”.
Egli ha sottolineato come quello dei Beni Culturali sia un Ministero poco ambito dai politici, anzi è il più rifiutato, in un’Italia descritta anche da loro in giro per il mondo come la patria della cultura e questo è il primo paradosso. Per avere un Ministro, poi, all’altezza del suo compito bisogna penare molto. E pare che la mente dei politici, di ritorno dai loro viaggi da New York a Roma o da Londra a Roma, subisca qualcosa di misterioso a livello molecolare, perché dimenticano che deteniamo il 75% dei beni culturali del mondo e sono italiani autori e musicisti come Puccini, Pergolesi, Verdi e tanti altri, eppure l’educazione musicale è stata cancellata dalle scuole: “questa Nazione si comporta bruciando la casa”.
La ragione di questa follia, secondo Cappuccio, va ricercata nell’ignoranza degli stessi politici: “se chiedessimo loro i nomi di cinque scrittori del Novecento, con accanto i titoli dei loro romanzi, non otterremo risposta”.
Lo stesso dicasi per cinque nomi di cantanti lirici o di cinque quadri di Leonardo, così come passano quotidianamente davanti al Colosseo ma non sanno datarlo.
“Sostanzialmente non sanno di cosa parlano. E non hanno un progetto per l’Italia, svolgono solo una pallida attività da amministratore di condominio. Viviamo, infatti, in un paese paurosamente ignorante che non ha a cuore se stesso”.
Il messaggio del Festival, grazie alla sua gratuità, non è più “puoi venire?” ma “vuoi venire?” , “non si parla più al portafogli ma alla volontà delle persone di prendere parte a questo che è un Festival della lettura e dell’ascolto, “attività straordinaria che costruisce l’educazione sentimentale”.
E attraverso la lettura passa anche un principio di libertà ed è per questo che è stata inserita, tra le altre, la sezione delle “Eretiche”, cioè delle scrittrici che hanno avuto una posizione di rottura, indipendentemente dal secolo, dagli argomenti trattati, ma che hanno avuto la capacità di liberarsi tramite la cultura.
Le “Eretiche” di ieri e del tempo presente sono: Cristina Marconi su Virginia Woolf, Marialaura Simeoni su Elsa De Giorgi, Maria Antonietta Ferraloro su Licy von Wolff-Stomersee, moglie di Tomasi di Lampedusa, Maria Grazia Insinga con il suo “A sciame”. Inoltre, leggere contribuisce a ridurre lo stress e a mantenere il cervello attivo, rappresentando così un antidoto contro le malattie degenerative.
La cura editoriale del Festival è stata affidata al filosofo e docente universitario Massimo Adinolfi che nel corso della conferenza stampa ha posto l’accento sul senso complessivo dell’offerta dedicata a Giacomo Leopardi, perché ricorrono i 200 anni dalla stesura delle “Operette Morali”, momento alto di riflessione filosofica, il cui manoscritto è conservato nella Biblioteca Nazionale.
Nel 1824 Leopardi componeva un sonetto sul carattere degli Italiani, evidenziando che la loro passione è quella di ridere di tutto, perché sono privi di fondamenti morali solidi, da intendersi come condizioni morali e civili, in quanto prevalgono ironia, sarcasmo e cinismo.
E il motivo va cercato nel fatto che più di altri popoli sentono la vanità di tutte le cose, perché vivono – secondo il poeta – in una società stretta e la vita degli Italiani è priva degli aiuti della lontananza.
Da qui le parole chiave del Festival – Tracce Corpi Paesaggi Poteri – declinate in forma di domande: che uso fare della nostra identità? Che uso fare dei nostri corpi? Che uso fare dell’ambiente? Che uso fare delle istituzioni? E i corpi e il potere – secondo il Prof. Massimo Adinolfi – dicono ciò che abbiamo addosso, mentre le tracce e i paesaggi rappresentano la distanza, la lontananza.
Tra gli oltre 200 eventi che si terranno in tutta la Regione Campania si segnalano: alle 21 del 3 ottobre al Teatro di Corte, in collaborazione con la Film Commission Regione Campania, l’avvio delle celebrazioni per i 90 anni di Sofia Loren, con la proiezione in versione restaurata di “Matrimonio all’italiana” e un omaggio alla grande diva attraverso la partecipazione delle attrici che hanno interpretato Filumena Marturano, come Isa Danieli, Lina Sastri e Mariangela D’Abbraccio.
La novità è rappresentata dall’apertura del Festival al genere “podcast” e così Matteo B. Bianchi impaginerà in diretta una puntata di “Copertina”. E lo stesso faranno Daniele Tinti e Stefano Rapone, che registreranno dal vivo, nel Teatro di Corte, una nuova puntata di “Tintoria”, il podcast più seguito del momento, per la prima volta a Napoli. Tra gli stranieri saranno presenti: lo statunitense André Aciman, l’argentino Alan Pauls, la spagnola Clara Usón, i francesi Maxime Chattam e Frédéric Pajak.
Le giornate del Festival vedranno poi tre Lectio sui tre momenti principali della storia dell’Italia unita (il Risorgimento, il Fascismo, la Repubblica), affidate rispettivamente a Carmine Pinto, Alessandra Tarquini e Andrea Graziosi, tre tra i maggiori studiosi di storia italiana contemporanea.
Per conoscere tutti gli appuntamenti,ù si rimanda alla lettura ricco programma del Festival.