Milano. Ha chiuso ieri, primo agosto, il cinema Odeon. Lo scorso 31 luglio sono andate in scena le ultime proiezioni, cala così il sipario su una delle sale cinematografiche storiche non solo del capoluogo meneghino ma dell’Italia intera.
Il cinema, infatti, era stato fondato nel 1929 prendendo il posto di una centrale termoelettrica demolita nel 1926. Il nome deriva dal greco “ode” (canto) e significa “costruzione destinata alle gare musicali”.
Un colpo al cuore per i milanesi e per tutti coloro che passando per Milano almeno una volta hanno assistito ad una proiezione nello storico edificio. Marmi policromi e l’odore dei popcorn caldi accompagnavano lo spettatore in sale eleganti, in taluni casi ancora dotate dei candelabri.
Un luogo ormai fuori dal tempo nel cuore di Milano; a due passi dal Duomo, in via Santa Radegonda, una strada adiacente al celebre palazzo de La Rinascente, il pubblico ha potuto godere per 94 anni di una sede d’intrattenimento prima destinata al teatro e poi a multisala, riparandosi in caso di maltempo, sotto i caratteristici porticati antistanti al cinema. 10 sale e 2250 posti a sedere: una struttura imponente che non ha retto alla grave crisi che ha colpito il settore.
Già da anni l’assenza di spettatori nelle sale cinematografiche rappresentava un importante e noto problema. Con la pandemia è stato assestato il colpo finale. Le lunghe chiusure degli spazi hanno abituato il pubblico a fruire del lungometraggio direttamente dal divano di casa. Anche le case di produzione si sono poi adeguate ad un trend che è andato oltre il periodo di restrizioni dovute al coronavirus. Molte opere audiovisive ormai sono diffuse direttamente sulle piattaforme di streaming (Netflix, Disney Plus, Amazon Prime Video, solo per citarne alcune), senza passare per la distribuzione nelle sale cinematografiche. Talvolta le piattaforme impongono il pagamento di un ticket per le prime visioni, che comunque ha un costo inferiore rispetto al costo di un biglietto per assistere ad una proiezione in sala. Peraltro, il pubblico tende ad optare sempre più per la visione di serie tv, prodotti che ben si prestano allo streaming e che esonerano anche dalla responsabilità di scegliere di volta in volta il film su cui cliccare.
Non è stato sufficiente per l’Odeon il passaggio recente alla catena The Space, colosso del settore, né l’allestimento di una delle sale con poltrone-letto in cui fruire anche dell’aperitivo, per provare ad offrire sevizi che l’utente non avrebbe potuto ottenere a casa. Né tantomeno è bastato il richiamo alla semplice poesia della proiezione nella sala cinematografica.
Secondo le indiscrezioni, al posto dell’Odeon sorgerà un centro commerciale ma dovrebbero restare cinque sale al piano interrato. Milano, dunque, non perderà del tutto il suo cinema in centro città. L’idea è degna di nota se si considera il valore culturale che ricopre la sala cinematografica, testimoniato a livello normativo anche dalla prelazione in favore dell’esercente in caso di vendita del locale, nonché dai vincoli di destinazione previsti dalla legge.
Il progetto evoca quanto già fatto per lo storico Teatro Smeraldo in Piazza XXV Aprile, rilevato dalla catena di generi alimentari Eataly, che pur essendo stato ristrutturato come supermercato e ristorante ha mantenuto l’architettura interna del teatro. A tratti è ancora visibile il palcoscenico.
Diversa sorte è toccata invece al cinema Apollo, altra storica sala del capoluogo lombardo, sita a due passi dall’Odeon ed al cui posto oggi c’è un Apple Store.