Roma. È una delle attrici più versatili della sua generazione, nota per aver recitato per autori come Michelangelo Antonioni, Liliana Cavani, Gus Van Sant, solo per citarne alcuni, sino all’ultimo film di Pupi Avati, ma è anche regista e fotografa con partecipazioni alla Biennale di Venezia e all’ultima edizione della Photo Biennale di Mosca, unica fotografa donna accanto a Mimmo Jodice e Gianni Berengo Gardin.
È Chiara Caselli, l’artista scelta per la seconda tappa del ciclo di tre mostre tutte al femminile ospitate da Palazzo Merulana e fulcro del programma di Roma Fotografia 2020 Eros, che mercoledì 11 marzo alle ore 18.30 inaugura la sua personale “Come allo specchio” a Palazzo Merulana.
“Come allo specchio”, a cura di Giovanni Pelloso, già nel titolo dichiara l’orizzonte visivo dell’autrice che ha declinato il tema di Eros in una narrazione per immagini di un’estate passata, in cui lo specchio è insieme materia e metafora della nostalgia e del desiderio. Nostalgia – dal greco nóstos, ritorno, e algia, dolore, di quanto invano si vorrebbe non fosse stato – e Desiderio come sentimento della mancanza, sono il nutrimento di questo suo racconto per immagini scandito dal nome dei mesi, in cui il tempo non è però da intendersi come regolare successione di eventi, ma come tempo interiore, estensione dell’anima, presente del passato, dilatato ed eterno.
Visioni che s’imprimono sul corpo del vissuto fino a costituirne, in un gioco multiforme di segni e di rimandi, in uno scambio prezioso di forze, un universo denso di significato. In un percorso espositivo scandito dal passaggio dei mesi, l’opera artistica si scopre in tutta la sua sublime potenza. C’è in lei, nell’autrice, una qualità rara: individuare uno spazio umbratile, presupposto necessario per avviare un dialogo che è ascolto e distanza, apertura e silenzio. Giovanni Pelloso, testo critico.
Il non collocarsi in uno spazio e in un tempo definito è d’altronde connaturato a tutto il lavoro di Chiara Caselli come fotografa. La sua è una fotografia insieme evocativa ed essenziale nel suo essere priva di aneddoti, una fotografia silenziosa e fortemente espressiva coniugata ad un rigoroso controllo di tutto il processo creativo, dalla composizione formale delle immagini alla stampa che segue personalmente, sino al disegno dell’allestimento site conditioned. Un controllo non fine a sè stesso, ma che è parte essenziale della sua necessità di sviluppare appieno tutte le potenzialità del racconto; sia attraverso la scelta dei materiali – dalle miniature su velina giapponese di fibra di gelso alle stampe di grande formato che accolgono le albe – sia nell’utilizzare l’ampiezza della sala espositiva per creare un abbraccio di luce ad accogliere un racconto che resta intimo e segreto.
In un filo rosso che la lega a Tina Modotti, leggendaria fotografa, diva del cinema muto e attivista- cui è dedicata la mostra di apertura di Roma Fotografia 2020 Eros – Chiara Caselli interpreta il tema del desiderio con uno sguardo che si distingue per originalità e profondità, in una contemporaneità intrisa di classicismo.