Napoli. L’idea della realtà virtuale abbinata a Pirandello, autore che più di altri ha riflettuto sulla “verità” che accompagna l’esistenza dell’essere umano, non può che essere stata una sfida per Elio Germano, che ha riscritto “Così è (se vi pare)” adattandolo al linguaggio della Realtà Virtuale.
Da quest’originale operazione è nato “Così è (o mi pare)”, diretto e interpretato dall’artista romano, affiancato da Gaetano Bruno, Serena Barone, Michele Sinisi, Natalia Magni, Caterina Biasiol, Daniele Parisi, Maria Sole Mansutti, Gioia Salvatori, Marco Ripoldi, Fabrizio Careddu, Davide Grillo, Bruno Valente, Lisio Castiglia, Luisa Bosi, Ivo Romagnoli e con la partecipazione di Isabella Ragonese e Pippo Di Marca, in “scena”, da mercoledì 3 novembre alle ore 20.30 (repliche fino a domenica 7, con una doppia sabato 6) al Teatro Nuovo di Napoli, presentato da Gold Productions, Fondazione Teatro della Toscana e Infinito Produzione Teatrale.
In un salotto dell’alta borghesia si sviluppa “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello che mette in discussione l’idea di “verità assoluta”. Un intero paesino viene turbato dall’arrivo del signor Ponza e della signora Frola, un genero e sua suocera che sembrano raccontare versioni diverse di una stessa storia con “protagonista” la moglie e figlia, la signora Ponza. I cittadini non sanno più a chi e a che cosa credere ma non possono smettere di indagare alla ricerca di una verità che, forse, non esiste.
La riscrittura di Elio Germano, fra teatro, cinema e videogame immersivo, cala il testo del drammaturgo siciliano nella società moderna, dove lo spettatore è calato nella storia e, grazie alla realtà virtuale, si trasforma in uno dei protagonisti, che vede e ascolta tutto.
Gli spettatori, sessanta per ogni replica, vengono fatti accomodare in platea e attrezzati di un visore per la Realtà Virtuale e delle cuffie audio. Una volta fatta partire la visione, ci si trova catapultati in scena nel “corpo” di un personaggio della pièce, circondati dagli altri attori che, se il copione lo richiede, si rivolgono al pubblico, e dal suo “corpo virtuale” esce una voce di risposta alle loro sollecitazioni. È possibile scegliere dove e cosa osservare girando lo sguardo, diventando così personaggi e spettatori contemporaneamente.
Si apre così la possibilità di un’esperienza unica nel suo genere, utile alla finalità del racconto e alla riflessione sul tema pirandelliano di cosa sia reale e cosa sia vero.
La prospettiva è duplice: individuale e collettiva. Attraverso la visione simultanea, lo spettatore si trova immerso nella stessa vicenda cui assistono gli altri, ma può scegliere dove e cosa guardare.
Contemporaneamente, nello stesso spazio, altre persone vivono la medesima esperienza, tanto che al termine è possibile confrontarsi rispetto a quanto visto e sperimentato: esattamente come a margine di uno spettacolo teatrale o di un film.