Roma. Raggiungiamo telefonicamente il Senatore Riccardo Nencini, presidente della VII Commissione del Senato della Repubblica, per farci dare alcuni aggiornamenti sulle principali questioni relative al mondo delle arti e dello spettacolo, settore tra i più tartassati dalla attuale situazione sanitaria, come lo stesso intervistato riconosce.
Senatore, lei ha mostrato un costante interesse verso la tematica dei ristori. Potrebbe darci un suo giudizio complessivo su questa modalità di gestione dell’emergenza?
Il sistema dei ristori ha avuto una importante funzione e non è un caso che nel nuovo decreto siano state inserite ulteriori risorse economiche con l’obiettivo di rafforzare le forme di sostegno per gli operatori del mondo delle arti creative. Sappiamo che tante intelligenze artistiche sono state relegate in una posizione scomoda, di non visibilità, e sappiamo anche che questa situazione ha reso difficile raggiungere il pubblico, che vorrebbe, invece, tornare a godere di questa ricchezza. Tante risorse sono state messe in campo. Nel nuovo decreto sulla creatività sono stati inseriti 320 milioni di euro e, come è noto, per i lavoratori dello spettacolo è stata prevista una indennità una tantum di 2.400 euro. Direi che il sistema dei ristori ha funzionato abbastanza bene nel suo complesso ma che è indubbiamente venuto il momento di andare avanti e pensare, in maniera concreta, alle riaperture.
Siamo contenti che anticipi il tema delle riaperture, sul quale anche nel mondo dello spettacolo dal vivo non vi è unicità di vedute. Pensa che sia plausibile sperare in una riapertura in vista della prossima stagione estiva?
Sì ma la mia idea è che si debba arrivare ad una riapertura dei luoghi della cultura e dello spettacolo dal vivo al chiuso. Intendo dire che esistono tutti gli elementi e le garanzie per affermare che si possono riaprire cinema e teatri prima della stagione estiva. D’altronde, un modello di riferimento c’è ed è quello degli stadi, per i quali si sta lavorando concretamente in vista del prossimo campionato di calcio. Penso che l’apertura degli stadi, seppure con ingressi contingentati, possa avere un effetto di trascinamento per lo spettacolo dal vivo. Abbiamo misure di sicurezza che ci consentono il controllo di ogni persona che sarà presente in sala. Il biglietto assolverà, ad esempio, a quella funzione di tracciamento che sarà importante assicurare ancora per molti mesi. Ciò non esclude che debbano essere rafforzati i protocolli di sicurezza e sicuramente sarà fondamentale il contributo di tutti gli operatori del settore per individuare le migliori soluzioni.
Parla di riapertura degli spettacoli al chiuso. Maggio, dunque, potrebbe essere un buon mese per il ritorno del pubblico nei teatri e nei cinema?
Personalmente ritengo che anche aprile possa essere un buon momento. Siamo agli inizi del mese e, lavorando bene, si può sensibilmente anticipare la data di riapertura dei luoghi della cultura al chiuso.
Dopo questa bella notizia, vorremmo chiederle qualche riflessione sul PNRR, un documento che indubbiamente occuperà il dibattito delle prossime settimane.
Indubbiamente il PNRR è una grande occasione da cogliere per il mondo della creatività. La commissione del Senato che presiedo ha già espresso parere favorevole a larghissima maggioranza alla proposta presentata per le parti di competenza, esprimendo condizioni e osservazioni, raccolti in un documento di 42 punti, il cui impianto è fondato su varie sfide: attenuare le disparità tra le diverse aree del paese, valorizzare la tipicità dei territori, digitalizzare il mondo della conoscenza, abbattere le disparità di genere e le povertà educative. Devo riconoscere che il Parlamento ha avuto un ruolo importante in questo percorso che a fine mese, ci auguriamo, dovrebbe essere portato all’attenzione dell’Unione europea.
Nella relazione che ho stilato compaiono alcune osservazioni utili, che vorrei qui richiamare. Con riferimento ai beni culturali, credo che vada assicurato il sostegno alla formazione dei giovani qualificati da impiegare nella valorizzazione dei beni culturali e nella tutela del paesaggio; interventi mirati sui cammini storici religiosi – definizione dei tracciati, creazione dei punti di ristoro dei pellegrini – tra cui la via di Dante, i cammini di Francesco, la via degli Dei, la via Lauretana. Questo tema si intreccia con una azione del Ministero volta a valorizzare i borghi e si pone in perfetta continuità con alcuni bandi. Bisognerà lavorare anche sulle piattaforme e, più in generale, sulla strategia per garantire un accesso digitale al patrimonio culturale, anche attraverso un censimento e la schedatura di tutto il patrimonio artistico. Ancora: rafforzamento dell’ecosistema digitale; costituzione di una Biblioteca e Museo sull’Identità nazionale; maggiori risorse destinate all’adeguamento digitale dei tanti luoghi della cultura, anche in funzione del superamento del digital divide; allargamento dell’offerta museale su più poli espositivi sul modello degli Uffizi; introduzione dell’IVA al 4% sui biglietti per gli spettacoli dal vivo ma anche nuove forme di tax credit sono tutte misure che andranno sviluppate. Inoltre, non posso non sottolineare l’importanza di investimenti per la ricapitalizzazione di imprese cine-audiovisive.
Con riferimento al settore dell’istruzione e della ricerca, le condizioni e osservazioni contenute nella relazione guardano alle misure di sostegno alle librerie indipendenti, liberalizzazione dei punti vendita dei quotidiani; superbonus per la riqualificazione energetica degli istituti scolastici; valorizzazione del Made in Italy nei settori della moda e dell’artigianato di qualità; investimento nella formazione del personale scolastico; stop a precari e supplenti, prevedendo una riforma delle modalità di reclutamento, inclusi i meccanismi concorsuali, che riattivi i percorsi abilitanti; incentivi in ambito universitario a una maggiore collaborazione pubblico/privato; valorizzare l’insegnamento della storia, rafforzamento dei progetti di promozione dell’educazione al valore della differenza di genere e di contrasto agli stereotipi.
Un terzo filone del PNRR – che a mio avviso è necessario valorizzare – attiene allo statuto delle arti. C’è bisogno di una riforma del lavoro culturale anche attraverso il riconoscimento delle imprese che operano nel settore, della definizione di uno statuto dei lavori nel settore creativo, dello spettacolo e delle arti performative e delle professioni culturali. Vorrei ricordare a tal proposito che è stato già incardinato un d.d.l. che ha come relatore il Collega Rampi, sul quale sarà utile tornare a riflettere, unitamente alla proposta dell’On. Matteo Orfini e del Sen. Verducci.
Ha appena citato una serie di proposte di legge dedicate al tema ma non possiamo non tornare sul tema del Codice dello spettacolo, ormai avvertito come una esigenza non più procrastinabile da parte di molti operatori del settore. Pensa che possa essere un tema di rilievo per l’agenda dei lavori parlamentari dei prossimi mesi?
La risposta è assolutamente sì. Ne ho parlato direttamente con il Ministro della Cultura Dario Franceschini e sono abbastanza sicuro nell’affermare che la primavera porterà ottimi risultati, anche su questo specifico tema. Sarà sicuramente importante avviare un fattivo confronto con gli operatori del settore ma non dovrebbe passare molto tempo prima di poter discutere i contenuti di una nuova legge delega.