Torino. Dopo l’integrale delle sinfonie di Brahms e quello delle sinfonie di Schumann, Daniele Gatti – recentemente designato prossimo Direttore musicale della Staatskapelle di Dresda – torna sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai per affrontare un nuovo corpus sinfonico completo: quello di Felix Mendelssohn-Bartholdy. I concerti all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino sono tre: mercoledì 11 e giovedì 12 gennaio sono in programma le sinfonie n. 1 e n. 3; lunedì 16 gennaio, in serata unica fuori abbonamento, Gatti affronta la Sinfonia n. 2 detta “Lobgesang”; il ciclo si chiude giovedì 19 e venerdì 20 gennaio con le sinfonie n. 4 e n. 5. Tutte e tre le serate sono riprese da Rai Cultura che le trasmetterà in differita su Rai5. Sono anche proposte in live streaming e in diretta su Radio3.
Programmare tutte assieme le cinque sinfonie di Mendelssohn nell’arco di due settimane offre l’occasione di indagare l’immagine corrente del compositore, tradizionalmente considerato come “il più classico dei romantici”. Quest’idea, infatti, è al tempo stesso confermata e smentita dal suo corpus sinfonico. Composte in un arco di sedici anni, fra un’adolescenza prodigiosa e una fiorente maturità, i cinque capolavori procedono tra l’accettazione dei modelli storici e la sperimentazione di forme e linguaggi nuovi. Rispecchiano tanto l’evoluzione artistica di Mendelssohn quanto il passaggio di un’intera cultura dalla classicità al romanticismo, che ha in lui uno dei protagonisti più autentici e originali, oltre che una delle sue voci più alte.
Il primo appuntamento, in programma mercoledì 11 gennaio alle 20, con replica giovedì 12 gennaio alle 20.30 anche in streaming sul portale di Rai Cultura e in diretta su Radio3, si apre con la Sinfonia n. 1 in do minore op. 11 (MWV N 13). Composta nel 1824, quando Mendelssohn aveva quindici anni, arriva dopo una serie di tentativi, 12 per l’esattezza, di sinfonie per orchestra d’archi, eseguite in ambito domestico. Quattro anni dopo, nel 1828, l’opera ebbe il suo battesimo a Londra con il compositore stesso sul podio, che ottenne uno straordinario successo.
Subito dopo Mendelssohn partì per un viaggio in Scozia, tra Edimburgo e i luoghi di Maria Stuarda, dove trovò l’ispirazione per quella che divenne la sua Sinfonia n. 3 in la minore op. 56 (MWV N 18), detta appunto “Scozzese”, che chiude la serata. L’opera fu terminata molti anni più tardi, nel 1842, divenendo di fatto l’ultima sinfonia da lui composta, anche se la numerazione dell’editore non corrisponde alla cronologia delle opere: la “Scozzese” è nota infatti come terza sinfonia. La sua esecuzione si ebbe nell’estate 1842 presso la Società Filarmonica di Londra, ancora una volta sotto la guida del suo creatore.
Daniele Gatti ha un rapporto piuttosto intenso con l’Orchestra Rai che, a partire dal gennaio 2020, ha diretto in 16 serate, con 12 diversi programmi musicali. Tra questi l’integrale delle sinfonie di Brahms, proposto nell’aprile del 2021, e quello delle sinfonie di Schumann, affrontato nel dicembre dello stesso anno. Direttore principale del “Maggio Musicale Fiorentino”, Gatti è anche Direttore musicale dell’Orchestra Mozart, oltre che Consulente artistico della Mahler Chamber Orchestra. Ha ricoperto incarichi presso orchestre come quella del Concertgebouw di Amsterdam, dell’Accademia di Santa Cecilia, presso la Royal Philharmonic Orchestra, la Royal Opera House di Londra e l’Opera di Roma. I Berliner e i Wiener Philharmoniker, la Staatskapelle di Dresda, la Symphonieorchestrer des Bayerisches Rundfunk e la Filarmonica della Scala sono alcune delle istituzioni sinfoniche che dirige regolarmente. Di recente è stato protagonista dei due film-opera Il barbiere di Siviglia, vincitore del Premio Abbiati della Critica musicale italiana, e “La traviata”, realizzati dall’Opera di Roma con Rai Cultura e trasmessi su Rai3.