Bologna. Dal 14 al 17 marzo al Teatro Arena del Sole torna Davide Carnevali con lo spettacolo “Maleducazione transiberiana”, un progetto sul rapporto tra pedagogia e spettacolo, e in particolare sull’influenza che la televisione e i mass media esercitano sull’immaginario comune a partire dall’infanzia, attraverso le trasmissioni per ragazzi e la programmazione dei cartoni; fino al ruolo che giocano nelle politiche di educazione e di produzione artistica nella società contemporanea.
Si parla di fiabe, cartoni animati, film, canzoni, musical, filastrocche, poesie e in generale di quelle narrazioni che appartengono all’universo del bambino e che influenzano la sua visione del mondo: da Mary Poppins a Peppa Pig, da una rilettura postmoderna di Cenerentola a un’indagine socioeconomica sulle condizioni lavorative di Holly e Benji. Lo spettacolo diventa un vero e proprio momento di confronto con i bambini, sui loro sogni e desideri per il futuro, considerando diversi punti di vista sulla pedagogia, secondo Charles Fourier, Karl Marx, Bertolt Brecht e Walter Benjamin, per giungere infine alle politiche di de-regolarizzazione delle due presidenze di Ronald Reagan, che hanno aperto definitivamente la strada al marketing per l’infanzia negli Stati Uniti.
Lo spettacolo propone così una combinazione di differenti codici estetici, che comprendono il dialogo a quarta parete e il monologo diretto al pubblico, la proiezione video e il coinvolgimento dello spettatore nel dibattito, con l’obiettivo di mettere in mostra e in ridicolo i meccanismi di costruzione delle narrazioni e il modo in cui esse sono utilizzate per manipolare il comportamento del bambino, determinando il suo ruolo come produttore e consumatore nell’economia di mercato.
Ogni storia è un’immagine parziale della realtà, filtrata attraverso una prospettiva ideologica, che emerge attraverso la strategia di narrazione: il bambino, la cui personalità è ancora in costruzione e la cui mente è più vulnerabile alle strategie di comunicazione, è il ricettore più esposto ai rischi della manipolazione del linguaggio. Specialmente in una società in cui il mercato tende ad abbassare la soglia d’età dei suoi consumatori, cercando sempre più insistentemente di espandersi inglobando la fascia infantile.
Secondo l’autore il teatro è il territorio ideale per smascherare l’artificialità delle narrazioni e la loro tendenza a restituire solo un punto di vista sulla realtà: “In teatro – afferma Davide Carnevali – possiamo dunque, in un certo senso, restituire la realtà delle cose all’esperienza e salvarla dagli usi impropri del linguaggio. Il tutto, sempre con molta ironia. Facendo pensare, sì; ma anche facendo ridere. Perché tutti noi abbiamo fatto esperienza, nei nostri primi anni di scuola, che non c’è miglior stimolo alla riflessione che il divertimento”.
Davide Carnevali è un drammaturgo ed ha ottenuto il Dottorato in Teoria del teatro presso l’Universitat Autònoma de Barcelona. Ha scritto, tra gli altri: Variazioni sul modello di Kraepelin (Premio Theatertreffen Stückemarkt 2009; Premio Marisa Fabbri 2009; Premio de les Journées des auteurs 2012); Sweet Home Europa (Schauspielhaus Bochum, 2012); Ritratto di donna araba che guarda il mare (Premio Riccione 2013); Menelao (menzione al Premio Platea 2016). Nel 2018 ha portato in scena Maleducazione transiberiana al Teatro Franco Parenti e Ein Porträt des Künstlers als Toter alla Staatsoper Unter den Linden.
I suoi testi, tradotti in 13 lingue, sono stati presentati in diverse stagioni teatrali e festival internazionali, e sono editi in Francia da Actes Sud. Con la casa editrice mexicana Paso de Gato ha pubblicato il saggio Forma dramática y representación del mundo en el teatro europeo contemporáneo.
Per la sua attività, gli è stato conferito nel 2018 il Premio Hystrio alla Drammaturgia.
Nel 2018 pubblica Variazioni sul modello di Kraepelin (o il campo semantico dei conigli in umido), con Einaudi nella collana Collezione di teatro e Aristotele invita Velázquez a colazione e gli prepara uova e (Francis) Bacon e Menelao nella collana Linea di ERT Fondazione e Luca Sossella editore.