“De rerum natura. There is no planet B”, lo spettacolo che denuncia i pericoli del cambiamento climatico

Napoli. Reduce dal successo ottenuto durante la settima edizione del Pompeii Theatrum Mundi, arriva al teatro San Ferdinando dal 6 al 16 marzo “De rerum natura [There is no planet B]”.
Autore del testo è Fabio Pisano, Davide Iodice è il regista di quest’opera che del poema di Lucrezio non ha molto se non la prima parte del titolo che non dice tanto però su quanto messo in scena.
La seconda parte a mo’ di didascalia è quella esplicativa del contenuto e che richiama il discorso del 2021 tenuto da Greta Thunberg all’apertura di Youth4 Climate, la prima conferenza mondiale dei giovani sul clima organizzata a Milano, in cui la giovane urlava il suo monito ai grandi della Terra: “Il cambiamento non è solo possibile ma necessario…La nostra casa è in fiamme, ma possiamo ancora cambiare. Le cose o le facciamo o non le facciamo”.
E “NOPLANETB” è diventato un programma di contrasto ai cambiamenti climatici co-finanziato dall’Unione Europea che coinvolge otto paesi ossia Italia, Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Ungheria, Polonia ed Estonia.
L’obiettivo è selezionare 210 piccole organizzazioni della società civile, fornendo loro supporto finanziario e rafforzamento delle capacità per promuovere soluzioni nature-based e politiche di transizione equa. Il focus è sui cittadini meno sensibili alle sfide globali, inclusi gruppi marginalizzati e vulnerabili.
Su un palcoscenico in penombra c’è uno spaccato di vita rurale che potrebbe essere tanto attuale quanto di 2.000 anni fa, con sulla destra la tenda di un accampamento che ricorda un po’ quello dei beduini o degli zingari da cui escono le donne del coro e, soprattutto la voce narrante (quest’ultima Aida Talliente, con Ilaria Scarano e Carolina Cametti anche nel coro), sulla sinistra i resti di una barchetta di legno che può essere tanto dei pescatori quanto dei migranti, rifugio della Natura o della Vita, impersonata da una donna nuda, muta imbiancata.
Al centro, in fondo al palcoscenico, un recinto con alcune pecore che poi si trasforma in palco dove si raccoglie il coro, poi un palchetto sul quale alcuni personaggi si alternano nella narrazione, come Greta o i potenti del mondo.
Il riferimento a Lucrezio nell’opera teatrale è solo superficiale perché quello che si vuole narrare in chiave assolutamente contemporanea e spesso didascalica è il rapporto tra l’uomo e la natura articolato in sei quadri ognuno di denuncia sociale/politica, come quello del caporalato in cui un extracomunitario (Wael Habib) è costretto a zappare una terra dura e arida per via della siccità e per due euro all’ora, lavorando in condizione di schiavitù con qualsiasi condizione metereologica per 18 ore al giorno.
O come la tragica storia della mamma-orsa polare e del suo cucciolo, entrambi barbaramente impallinati da una pallottola calibro 9 di un fucile a canne mozze sparato da un cacciatore (la voce è di Aida Talliente che ha recitato con indosso un costume di Daniela Salernitano).
O, ancora come la ragazzina Greta che diventa la protagonista di buona parte degli ultimi quadri e che reca al collo un cartoncino su cui é scritto “Futuro”, accompagnata sul finale da un gruppo di percussionisti che utilizzano per generare la propria musica dei bottiglioni di acqua vuoti mentre lei urla il suo messaggio col quale vuole scuotere le coscienze.
Questi ultimi – Orchestría – parte di progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare del Teatro – Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di Francesco Paolo Manna, Antonio Fraioli, Eleonora Ricciardi.
Ed è funzione propria del teatro dal vivo quella di scuotere le coscienze, cosa per realizzare la quale non è necessario dire tutto, molto può e deve essere lasciato all’immaginazione, relegato nella sfera del non detto ma intuito, per dare la possibilità allo spettatore di riflettere e suscitare la sua curiosità, così che possa pensarci anche fuori da quel contesto.
Lo spettacolo è dedicato alla memoria della botanica Annamaria Ciarallo e gli altri protagonisti in scena sono: MariaTeresa Battista (Venere),Greta Domenica Esposito (Ragazza), Sergio Del Prete (Ministro/Pacific Lumber), Wael Habib (Bracciante/altre figure), Giovanni Trono (Padrone/altre figure), Marco Palumbo (Striato, altre figure), Emilio Vacca (Protele, altre figure).

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