Torino. Debutta al Teatro Carignano di Torino martedì 28 luglio 2020, alle ore 21.00, un nuovo spettacolo della compagnia Il Mulino di Amleto, prodotto da TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, firmata da Marco Lorenzi: “KOLLAPS” un testo di Philipp Löhle, con Roberta Calia, Yuri D’Agostino, Barbara Mazzi, Raffaele Musella, Angelo Maria Tronca e Gianmaria Ferrario (al contrabbasso, pedaliera, distorsioni e effetti sonori).
Lo spettacolo, che sarà replicato fino al 2 agosto, fa parte della rassegna SUMMER PLAYS. Sere d’estate al Teatro Carignano organizzata da Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e TPE – Teatro Piemonte Europa.
Se tu sapessi che il mondo finisse a mezzanotte come ti comporteresti? Da questo presupposto parte “Kollaps”, testo profetico e inedito in Italia che il drammaturgo tedesco Philipp Löhle ha scritto nel 2015, una metafora dolce-amara di un Occidente che corre disperatamente quando la corsa è finita da un pezzo, quando le risorse si stanno sgretolando, quando il tuo cellulare ha smesso di funzionare. Quanti sogni resteranno irrealizzati e quante azioni non compiute? Ha ancora senso questa corsa irrefrenabile verso il precipizio in un mondo di cui sappiamo la data della fine?
“Kollaps è una creazione speciale perché arriva in un momento complesso, smarrito e articolato delle nostre vite – scrive il regista Marco Lorenzi -. Forse è per questo che sono allo stesso tempo felice e impaurito nell’affrontare una materia che getta uno sguardo così prepotente (e impertinente) verso il nostro presente. Kollaps è un gioco feroce e ironico sulle vite che viviamo e le vite che avremmo voluto vivere. Phlipp Löhle immagina l’arrivo di un evento gigantesco, imprevedibile e (apparentemente) catastrofico per chiederci che cosa vogliamo veramente, che cosa desideriamo profondamente in una società che ci chiede di “abdicare al desiderio”, come direbbe Herbert Marcuse. Chissà se tutto questo ci ricorderà qualcosa di noi, del nostro recente passato, del nostro presente e del nostro ancor più imprevedibile futuro”.
“Kollaps” è scritto da Philipp Löhle utilizzando un ricco e provocante puzzle di stili diversi sul quale “Il Mulino di Amleto” crea una tessitura e un gioco di citazioni e rimandi, dal dramma borghese al Far-West allo slapstick, per raccontare la fine di un mondo, una finta apocalisse collettiva o meglio una serie di piccole apocalissi individuali. “Kollaps” chiede di fare i conti sul rapporto tra la nostra responsabilità sociale e la nostra responsabilità individuale, ma racconta anche la storia di animali che vengono liberati dalle loro gabbie e di altri animali, apparentemente più evoluti, che in quelle gabbie decidono di rientrarci. “Kollaps” ci ricorda ironicamente che desideriamo sempre quello che non abbiamo e quando lo otteniamo – se lo otteniamo – non siamo felici. Ma “Kollaps” è anche la storia della fine di un matrimonio che altro non è che la piccola “fine di un mondo”.
“Ho trovato appassionante che tutti gli eventi dell’immaginario di Kollaps fossero ricostruiti attraverso gli occhi e le parole di un uomo e di una donna comuni, che ripercorrendo gli eventi e le scelte fatte durante un’apocalisse sgangherata, si ritrovano a capire che «tutto è tornato alla normalità, come prima. Solo che ora sappiamo che è fatto tutto di cartapesta». Per questo – prosegue Marco Lorenzi – su di loro, sulla storia della famiglia Becker, abbiamo immaginato di costruire un falso documentario (forse un mockumentary?), uno strumento per dissezionare i loro pensieri, le loro ipocrisie, i loro desideri frustrati, i loro silenzi di coppia “normale” e borghese. Uno strumento che ci permettesse di raccontare i loro occhi in modo sincero e trasparente e spiare “la fine del mondo” attraverso il loro sguardo”.