Torino. Al Teatro Carignano di Torino, questa sera alle ore 19.30, debutta “Ditegli sempre di sì” di Eduardo De Filippo, con la regia di Roberto Andò.
Lo spettacolo è interpretato da: Carolina Rosi, Gianfelice Imparato, Edoardo Sorgente, Massimo De Matteo, Federica Altamura, Andrea Cioffi, Nicola Di Pinto, Paola Fulciniti, Viola Forestiero, Vincenzo D’Amato, Gianni Cannavacciuolo, Boris De Paola.
Le scene e le luci sono di Gianni Carluccio e i costumi di Francesca Livia Sartori.
“Ditegli sempre di sì” – prodotto da Elledieffe/La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo e Fondazione Teatro della Toscana – resterà in scena al Carignano per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale fino a domenica 10 novembre.
Dopo “Questi fantasmi!” e “Non ti pago”, ritroviamo in scena Carolina Rosi e Gianfelice Imparato in “Ditegli sempre di sì”, uno dei primi testi di Eduardo, scritto nel 1927 e rappresentato per la prima volta l’anno successivo da Scarpetta. Una commedia esilarante e caustica, un congegno bizzarro in cui l’autore si applica a variare il tema della normalità e della follia.
Un uomo, Michele Murri (Gianfelice Imparato), torna a casa dopo un anno in manicomio, accolto dalla sorella Teresa (Carolina Rosi). La fiducia di uno psichiatra ottimista gli ha permesso di ritornare alla vita normale: Michele è un pazzo tranquillo, ragionevole e gentile, ma la sua follia è assolutamente reale, si manifesta nella mania di perfezione e si nasconde nelle pieghe di un mondo che non corrisponde agli schemi secondo i quali è stato rieducato in manicomio.
Quale sarà la realtà vera? Tra equivoci, fraintendimenti, menzogne, illusioni, lo spettatore si ritrova in un’atmosfera surreale e quasi pirandelliana.
La compagnia di Luca De Filippo, oggi diretta da Carolina Rosi, mantiene viva l’eredità del grande drammaturgo napoletano: dopo Marco Tullio Giordana e Mario Martone, si affida a Roberto Andò, regista abituato a muoversi tra cinema e teatro, alla sua prima esperienza eduardiana. Il tema della pazzia ha sempre offerto spunti comici o farseschi, ma di solito è giocato al rovescio, con un sano che si finge pazzo. Invece qui il protagonista è realmente pazzo.