Napoli. Un monologo che ricolloca le donne al fianco degli uomini nella determinazione dei grandi eventi storici, educa a raccontare la Storia fuori dagli stereotipi di genere e mettere in discussione modelli storiografici accettati per abitudine. Prende vita da qui lo spettacolo “Dux Pink”, che Ivonne Capece, autrice interprete e regista, porta in scena sabato 2 marzo alle ore 20.30 (in replica domenica 3) al Teatro Elicantropo di Napoli.
Partendo dalla marcia su Roma, “Dux Pink” ci parla di quattro grandi figure femminili del periodo fascista, che resero possibile la costruzione del mito di Mussolini, la sua ascesa, l’unione con la Germania, la sconfitta e la memoria postuma.
Sono una schiera di donne d’eccezione Margherita Sarfatti, amante ebrea e finanziatrice, Edda Ciano, la figlia, Clara Petacci, l’ultima donna, e Rachele Mussolini, la moglie, per uno sguardo all’indietro con una lente nuova, total pink.
La memoria storica ha infatti occultato in larga parte il ruolo svolto dalle donne nel fascismo, in parte per una tendenza alla marginalizzazione della figura femminile propria di un certo contesto culturale, in parte come forma di protezione di un femminile immaginario, meno “colpevole” rispetto ai corresponsabili maschili.
«Dux Pink – spiega Ivonne Capece – non è nato subito come riflessione sul femminile in rapporto al regime. L’elemento rosa è emerso via via dal lavoro di studio e approfondimento, dall’importante ricerca storica condotta a supporto del lavoro teatrale. Da questo viaggio di riscoperta sono emerse figure femminili in forma inaspettata».
Lo spettacolo evidenzia come esistano narrazioni culturali che emarginano i soggetti e ridimensionano le responsabilità, raccontando una presenza del femminile diversa, nelle scelte attive, nelle trasformazioni ideologiche.
Le donne di regime non sono state “angeli” del focolare fascista, ma figure complesse, spesso artefici in prima persona di progetti di stampo razzista o ideologhe alle spalle dei colleghi maschi.
“Dux Pink” non può e non ambisce a spiegare le vicende storiche e la complessità dei personaggi che le hanno animate, ma spinge lo spettatore a non fermarsi all’apparenza delle cose, a invitarlo a studiare, ad andare al di là della semplificazione, superando le apparenze. Ieri come oggi.
Lo spettacolo si può riassumere in un appello: “incuriositevi” scavate, la storia non è mai come sembra e dalla storia ha origine molto del presente.
Crediti foto: Luca Del Pia.