Roma. Nuova programmazione ad aprile per Officina Pasolini, il Laboratorio creativo di alta formazione e HUB culturale della Regione Lazio, con il format #DirettaMente/ Officina Pasolini a casa tua in streaming alle 21:00 sulla pagina Facebook.
Martedì 6 si parte con Enrico Deregibus che incontra Emma Nolde, giovanissima cantautrice toscana (20 anni), che in pochi mesi con il suo primo album, “Toccaterra”, ha già conquistato tanti, pubblico e critica. Otto canzoni che parlano di temi intimi e personali, ma lo fanno con grande energia e intensità. L’album è il risultato di una fitta attività live iniziata a quattordici anni e dell’urgenza di mettere per iscritto i propri sentimenti e le proprie emozioni. Si racconterà sul palco di Officina Pasolini fra parole e una manciata di canzoni.
Sabato 10 Max Paiella fa tappa a Officina Pasolini con il suo spettacolo “Il territorio va in scena! Storie di teatro, il teatro delle storie”, una divertente riflessione che tratta in maniera brillante, satirica e musicale di come l’esaurimento delle risorse vitali sulla terra sia vicino. Stiamo perdendo specie di animali, i ghiacciai, l’aria, il mare, le foreste, la tolleranza per il diverso, i partiti politici, i nostri piatti tipici. Si esaurisce la pazienza, la lingua italiana e spesso anche il dialetto. Si dissolvono tradizioni, risorse architettoniche e paesaggistiche dei nostri territori, idee ed emozioni. Ma se è vero che ogni fine segna un nuovo inizio, Max Paiella ci svelerà come di fronte all’emergenza legata all’insostenibilità del modello di sviluppo in atto, l’arte e la cultura possano giocare un ruolo in prima linea, non solo come strumenti di promozione di modelli sostenibili, ma anche trasformando i propri luoghi in piattaforme di comunicazione ambientale capaci di sensibilizzare i loro pubblici e la cittadinanza.
Domenica 11 va in scena un nuovo appuntamento di “Superficie Live Show”, il format ideato e condotto da Matteo Santilli che sperimenta una nuova forma di esibizione che non vuole essere teatro in streaming, quanto piuttosto un nuovo mix fra le forme di recitazione che siamo abituati a vedere. Un nuovo linguaggio a metà fra teatro e cinema, l’intensità dell’esibizione dal vivo unita alla potenza di dettaglio della telecamera, con tanti contenuti per raccontare cosa significa e come si fa il mestiere dell’attore. Sul palco si esibiranno Valentina D’Agostino, Laura Andriani, Gennaro Apicella, Agnese Fallongo & Tiziano Caputo, Christian Laiontini. Con i loro spettacoli in pillole presenteranno pezzi drammatici, comici, sia inediti sia tratti da opere famose o film. Ma non solo. Ci sarà anche uno spazio dedicato alle interviste e altri contenuti come il video-collegamento con Carrozzeria Orfeo. Dopo il successo di Cous Cous Klan e il recente debutto del loro nuovo spettacolo “Miracoli metropolitani”, bloccato poi dalla pandemia, gli artisti della pluripremiata compagnia teatrale si racconteranno ai microfoni di Superficie, facendo un breve excursus sullo stile dei loro spettacoli, la loro poetica e il loro linguaggio. Si parlerà inoltre di cosa è il Teatro Pop, categoria della quale gli attori di Carrozzeria Orfeo sono i massimi esponenti in Italia. Ospite musicale della serata: Giacomo Stallone, frontman della band Le cinture d’insicurezza.
Martedì 13 per il ciclo fatto di racconti “Prospettive d’autore”, la scrittrice e giornalista Valentina Farinaccio dialoga con Vera Gheno. Il format è sempre lo stesso: davanti a un caffè, a una birra o a un bicchiere di vino, la conversazione partirà dalla letteratura e dal mestiere di scrivere, per approdare alla musica, al teatro, all’arte e chissà dove. Nata in Ungheria nel 1975, Vera Gheno è una sociolinguista specializzata in comunicazione digitale e una traduttrice dall’ungherese. Ha collaborato per vent’anni con l’Accademia della Crusca nella redazione della consulenza linguistica e gestendo l’account Twitter dell’istituzione. Collabora stabilmente con la casa editrice Zanichelli, insegna all’Università di Firenze e tiene corsi e master in diversi atenei italiani. Conduce ogni giorno, su Radio1, “Linguacce”, ed è una delle voci più autorevoli e vivaci nel dibattito sul linguaggio di genere. Con lei, fra libri, tv, radio e (soprattutto!) social network, si parlerà di parole: di quelle che feriscono, che fanno arrabbiare, che dividono, o di quelle che cambiano, che sorprendono, che uniscono, e che, nascendo nuove, fanno rinascere un po’ anche noi.
Giovedì 15 “L’Artista che non c’era”, concorso ideato e curato da “L’Isola che non c’era”, rivista che da venticinque anni si occupa di musica italiana a tutto tondo, festeggia la maggiore età ad Officina Pasolini. Perché anche se collocati in due geografie musicali diverse, Milano e Roma, seppur da prospettive diverse e con strumenti diversi, la sinergia tra L’Artista che non c’era e Officina Pasolini è evidente: sono due realtà che cercano di intercettare e valorizzare le nuove contaminazioni di cui la canzone si nutre; due realtà che coinvolgono tutti i protagonisti della filiera musicale in un’atmosfera di condivisione e scambio di esperienze. Quella del 2021 sarà un’edizione molto particolare, in cui si proverà a costruire un ponte partendo dal racconto dell’attività di “L’Isola che non c’era” e ripercorrendo la storia del Premio L’Artista che non c’era. Una storia lunga diciotto anni, che verrà raccontata sul palco tra ricordi e interventi musicali da Pino Marino, vincitore della prima edizione, Ilaria “Pilar” Patassini, docente di Officina e vincitrice della seconda edizione del concorso, Sara Jane Ceccarelli, vincitrice nel 2019, Daniele De Gregori, vincitore dell’ultima edizione, e Carlo Valente, ex allievo di Officina e finalista del concorso nel 2017. Ad arricchire l’incontro altri ospiti come Piero Fabrizi, docente di Officina e membro della Giuria Esterna del concorso. La serata che avrà come titolo “Non mi ricordi nessuno”, sarà moderata da Elisabetta Malantrucco, giornalista di riferimento nel mondo della radio e della critica musicale, insieme a Francesco Paracchini, che coordina la rivista ed è direttore artistico da quindici anni del premio.
Lunedì 19 nel salotto ideato da Davide Dose (founder di Spaghetti Unplugged) e Riccardo Zianna (FacceCaso, speaker di Radio Sonica), “La musica ai tempi del corona”, arrivano tre nuovi protagonisti. Lucio Leoni, una delle firme più originali e interessanti, che negli anni si è guadagnato un suo spazio nel mondo complesso del cantautorato italiano. L’ultimo lavoro è il video live di “San Gennaro”, canzone che chiude il cerchio di un anno importante per il cantautore romano che, oltre alla pubblicazione del doppio album “Dove sei rilasciato nel corso del 2020”, lo ha visto firmare anche la direzione artistica del progetto “Her dem amade me – Siamo sempre pronte, siamo sempre pronti”, la compilation in memoria di Lorenzo Orsetti, ragazzo fiorentino ucciso dall’Isis in Siria nel marzo 2019. Gli altri due ospiti sono due artiste anche loro rappresentanti della più giovane scena musicale italiana: Agnese Valle e Claire Audrin. Romana Agnese Valle è un’artista completa. Cantante, clarinettista, compositrice, arrangiatrice, polistrumentista, docente nelle carceri per un progetto con Franco Mussida, da qualche mese vocal coach del programma tv Amici, ha già al suo attivo tre album e importanti collaborazioni e riconoscimenti. Il nuovo disco “Ristrutturazioni” è il racconto, tra luci e ombre, di un percorso di cambiamento, dove la “sua” canzone d’autrice si arricchisce di nuove sonorità elettroniche. Chiara Rigoli, in arte Claire Audrin, è un’artista romana ma con l’anima british che scrive, arrangia, registra i suoi pezzi, e gira, monta e fa lei stessa la post produzione di tutti i suoi video clip. È la vincitrice dell’ultima edizione di “LAZIOSound Scouting”, programma della Regione a sostegno della musica under35. Il suo ultimo singolo, “D-Dance”, è uscito l’8 gennaio, ma tra i suoi propositi c’è quello di dedicarsi anche alla scrittura di nuovi brani in italiano, cercando di mantenere un sound internazionale. Le tematiche dei suoi brani sono varie, ma nascono quasi sempre da esperienze vissute e scrivere in italiano, dice, le permetterà di raccontarsi senza più alcun filtro.
Martedì 27 torna Paolo Fresu con un nuovo appuntamento del suo ciclo “Jazz at the Pandemic Time”. Nelle inedite vesti di intervistatore incontrerà a distanza Jaques Morelenbaum, musicista eccelso, violoncellista sopraffino, arrangiatore colto e originale, oggi tra i più iconici rappresentanti della musica brasiliana nel mondo. Ne sono conferma la miriade di collaborazioni con artisti di fama internazionale che può vantare, da Jobim a Sakamoto, e una vastissima produzione discografica. Prosegue dunque il viaggio del trombettista tra continenti e culture, disquisendo assieme a grandi artisti intorno alla musica, alla vita e alle passioni, e raccontando storie per fotografare il jazz odierno e il meticcio contemporaneo.