Verona. Domenica 11 agosto il grande affresco di poesia medievale in musica risuonerà per la terza volta tra le antiche pietre areniane per festeggiare l’atteso debutto del Maestro Ezio Bosso sul più grande e antico palco lirico del mondo, in una stagione che ogni giorno si arricchisce di importanti presenze internazionali. Protagonisti della serata l’Orchestra areniana, le voci del Soprano Ruth Iniesta, del Controtenore Raffaele Pe e del Baritono Mario Cassi, il Coro diretto da Vito Lombardi e il doppio Coro di voci bianche – con oltre 60 bambini – A.d’A.MUS diretto da Marco Tonini e A.LI.VE diretto da Paolo Facincani.
Repertorio tra i più trascinanti ed evocativi del panorama classico, trasversalmente divulgato da cinema e televisione tanto da essere molto noto anche al grande pubblico nei suoi momenti di maggiore potenza espressiva, i “Carmina Burana” furono presentati la prima volta in Arena con indiscusso successo nel 2014 e 2015 e tornano oggi in stagione con l’apporto fondamentale del Maestro Ezio Bosso nel suo attesissimo e lungamente preparato debutto in Arena. I 24 brani musicati da Orff, prevalentemente in latino, alcuni in alto tedesco antico ed uno in provenzale, sono tratti da una raccolta di testi poetici medievali dell’XI e XII secolo ritrovati nel monastero bavarese di Benediktbeuern, nei pressi di Bad Tölz in Baviera, e tramandati da un importante manoscritto contenuto in un codice miniato del Tredicesimo secolo, il Codex Latinus Monacensis 4550 o Codex Buranus: da qui il termine “Carmina Burana”, introdotto nel 1847 dallo studioso Johann Andreas Schmeller in occasione della prima pubblicazione del manoscritto. Dunque un testo che ben rispecchia la nascita dello spirito poliglotta e internazionalista del Medio Evo Imperiale e Bizantino, perfetto per intrecciarsi al pensiero di Bosso sempre volto a sottolineare la capacità della musica, sin dal suo farsi, di superare le barriere linguistiche e non solo; ed impeccabile anche per il pubblico profondamente internazionale dell’estate veronese, vero melting pot di infinite nazionalità unite dal comune desiderio di musica e spettacolo. Ma anche un testo musicale magniloquente, perfetto per lo scenario imponente dell’Arena che conduce naturalmente la cantata scenica ad una dimensione di grandiosità che solo la magnificenza dell’Anfiteatro riesce a raggiungere.
Reduce dal trionfo del programma musicale da lui ideato “Che Storia è la Musica” a giugno su Rai3, dagli incarichi del Teatro Comunale di Bologna e del Teatro Verdi di Trieste, nonché dai successi di critica e pubblico, che lo hanno visto alla testa delle migliori compagini sinfoniche italiane, in primis l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, quindi la sua Europe Philharmonic Orchestra, ma anche la All Star Orchestra abbadiana diretta per l’evento “Grazie Claudio” per i 5 anni dalla scomparsa del grande direttore grazie all’Associazione Mozart14 di Alessandra Abbado, di cui è testimonial, Ezio Bosso è oggi sicuramente un nome consolidato ma al contempo fresco e polarizzante, capace di stimolare un ascolto nuovo e mai di routine. Con Bosso si esibiscono le voci già note in questo repertorio di Mario Cassi e Raffaele Pe nonché il debutto nella parte di Ruth Iniesta, giovane stella dell’opera lanciata anche dal Festival areniano 2018. Con i 99 professori dell’Orchestra dell’Arena, i 158 membri del Coro diretto da Vito Lombardi, sul palcoscenico salgono anche i 61 piccoli coristi delle voci bianche A.d’A.Mus. dirette da Marco Tonini e A.Li.Ve dirette da Paolo Facincani. Le luci dello spettacolo-evento sono firmate dall’areniano Paolo Mazzon.