Modena. Fabrizio Falco e Laura Marinoni, dopo il successo di Fedra prodotto da ERT nel 2015, tornano insieme in scena al Teatro delle Passioni di Modena dal 29 ottobre al 10 novembre con “Arizona”, un testo del prolifico drammaturgo, sceneggiatore e regista di teatro e cinema spagnolo Juan Carlos Rubio. Una storia più che mai attuale, nel suo racconto dei conflitti al confine USA-Messico e della violenza dilagante nel mondo occidentale.
George e Margaret sono una stramba coppia americana, lei con il mito di Julie Andrews, lui calato nel suo rassicurante machismo. I due arrivano nel deserto dell’Arizona perché fanno parte del progetto “Minute Man”, la milizia civile creata a partire dal 2004 negli stati Uniti, con il compito di difendere i confini dai pericolosi vicini del Sud, rendicontare gli ingressi illegali dei migranti e “riflettere sulle frontiere” come si legge nel testo.
Un progetto equivoco i cui dettagli sono poco chiari, come affermano gli stessi personaggi, ma sul quale non è concesso asserire nulla né dubitare. Un rigido e ossessivo schema di regole, che si rispecchia nella vita quotidiana e nel matrimonio di George e Margaret, esseri umani pieni di follie e nevrosi, bizzarre passioni e falsità.
Le dimenticanze quotidiane di Margaret sembrano creare un parallelismo inquietante tra la memoria individuale e quella collettiva, da cui scaturisce un’inevitabile riflessione sulla Storia che si ripete, come in un cerchio, reiterando gli stessi errori.
Dalla cinica ironia dei dialoghi, intrisi di patriottismo americano e bigottismo, traspare una tematica ben più ampia, che va oltre i confini dell’Arizona e che giunge fino a noi: la paura costante della diversità, il terrore dell’invasione dello straniero. “Loro vengono a rubare tutto ciò che è nostro… A toglierci la casa… Il lavoro… Ad assassinare i nostri figli e a violentare le nostre figlie – afferma George – (…) Questa nazione ha innalzato le sue fondamenta su una base di solidarietà”.
Un umorismo surreale e grottesco serpeggia in tutto il testo; le parole sono il principale fattore scatenante di incomprensioni e di abuso di potere, che George esercita sulla moglie quasi con la sua approvazione. Una durezza verbale che produce distanza e isolamento in una situazione di costante sospetto.
Il mondo esterno, che lo spettatore non vede mai, si presenta solo attraverso una radio, dalla quale fuoriescono melodie di musical americani e notizie preoccupanti che sembrano scivolare addosso ai personaggi. Un contesto apparentemente rassicurante, quasi da sceneggiato a colori, che si sgretola pian piano quando Margaret comincia a porsi troppe domande: la commedia si trasforma così in una tragedia cruenta.
Il testo di Juan Carlos Rubio, scritto nel 2005 si rivela profetico. Dodici anni dopo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso di costruire un muro che separa il suo paese dal Messico. In Europa e nel mondo il rigurgito di intolleranza per le differenze e la tragedia dei migranti rendono Arizona un racconto attuale, che tuttavia non sfocia nella cronaca, muovendosi con grande equilibrio sia in una dimensione realistica che nella finzione distopica. Un testo che ci interroga e ci lascia riflettere sul nostro conformismo, le nostre responsabilità, le nostre fobie e le nostre miserie.