Castellania. Lunedì 13 maggio alle ore 21.00, presso il Borgo di Castellania, andrà in scena in anteprima il reading “FAUSTO COPPI. L’affollata solitudine del campione”, un progetto di Gian Luca Favetto con Michele Maccagno, Gian Luca Favetto, Fabio Barovero, una produzione della Fondazione Circolo dei lettori e del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, dedicata alla città natale di Fausto Coppi.
Il debutto dello spettacolo, che rientra nel progetto della Regione Piemonte “Storia di un campione. 100 anni di Fausto Coppi”, realizzato dalla Fondazione Circolo dei lettori insieme al Teatro Stabile e a un nutrito gruppo di partner pubblici e privati del territorio, non poteva che svolgersi proprio nel paese natale di Fausto Coppi che dal 27 marzo scorso si chiama in suo onore Castellania-Coppi e che può ritenersi la capitale ideale del ciclismo internazionale. I cent’anni dalla nascita di una delle più importanti figure del ciclismo del Novecento sono l’occasione per promuovere una celebrazione dello sport, del profondo legame che Coppi ebbe con il territorio piemontese, ma anche per rievocare un momento storico e sociale entrato a pieno diritto nell’immaginario collettivo del nostro paese.
Con “Fausto Coppi. L’affollata solitudine del campione”, progetto di Gian Luca Favetto, il Teatro Stabile di Torino e la Fondazione Circolo dei Lettori portano in scena un recital di parole e musica che vuole ricordare una delle più grandi figure del ciclismo mondiale.
“La storia di un uomo dentro la storia – scrive Gian Luca Favetto – di un campione, di una persona gentile e riservata diventata già in vita, al di là delle intenzioni, una leggenda. Un uomo sempre in fuga che riassume in sé la storia di quel lembo di Piemonte sud orientale che lo ha forgiato, di cui portava in giro per il mondo silenzi, tenacia, fatiche, asprezze e dolcezze. Un recital di parole e musica che vuole restituire al tempo presente la figura di Fausto Coppi. Non un ricordo, ma un racconto che si avvale anche delle pagine di chi ha ammirato e cantato le sue imprese, da Dino Buzzati a Vasco Pratolini, da Orio e Guido Vergani a Curzio Malaparte.
Un racconto di vittorie e tragedie, di cadute e trionfi che mette in fila le prime pedalate come garzone di macelleria e la prima corsa, la prima vittoria al Giro d’Italia e la prima doppietta Giro d’Italia-Tour de France, la fuga più lunga e i grandi distacchi con cui arrivavano al traguardo gli avversari. E poi il rapporto inscindibile con Gino Bartali. E l’Italia di quegli anni. E il suo essere tutt’uno con la bicicletta, come Paganini era tutt’uno con il suo violino. L’amore e la morte, che consegna al mito questo uomo solo in fuga, con la maglia biancoceleste addosso: il suo nome è Fausto Coppi”.