Roma. Scritto dal drammaturgo e sceneggiatore Giuseppe Manfridi, “Filastrocche della nera luce (Cronache dalla Shoah)”, in scena al Teatro Palladium il 26 gennaio alle ore 20.30, è un intarsio di canti del repertorio ebraico e di filastrocche che contiene già nella lancinante contraddizione del titolo le due nature all’apparenza inconciliabili del racconto: la tragedia dell’Olocausto in una forma narrativa adatta ai bambini.
Lo spettacolo, la cui interpretazione è affidata, con un intervento dello stesso autore, all’attore Lorenzo Macrì e a Evelina Meghnagi, una delle più importanti interpreti nel panorama musicale internazionale sefardita, affronta la tragedia del Novecento parlando la lingua dei bambini perché tutti di fronte agli abissi del male sono bambini, pieni di speranza e di paura.
Nella tradizione letteraria la filastrocca rappresenta il canto che la mamma sussurra al bambino mentre si sta addormentando, mentre entra nel buio e nel mistero abbandonando le certezze, è proprio in questa paura ancestrale che si rivela il senso della filastrocca: addolcire, attutire, proteggere dal male.