Francesco Morrone e L’Ennesimo protagonisti del nuovo brano “Le Mani”

Cosenza. Dal 19 gennaio è disponibile su tutte le piattaforme digitali il brano “Le Mani”, un lavoro altamente introspettivo e dal suono caldo che trae ispirazione dal rapporto dell’autore con sé stesso segnato da un dissidio interiore: “Una guerra da sfamare”. Il brano è interpretato da Francesco Morrone e prodotto da Paolo Pasqua, in arte “l’Ennesimo”, due artisti dai generi diametralmente opposti ma legati dalla voglia di fare musica e di provare ad unire i loro stili. È il frutto di un lavoro fatto di condivisione e confronto con il territorio e con gli artisti emergenti della provincia di Cosenza. Con loro abbiamo fatto una chiacchierata per farci spiegare il percorso che ha portato a questo lavoro.

Di cosa parla il brano e com’è nata l’idea del videoclip?

Francesco: “Le Mani” non è semplicemente una canzone, è un viaggio interiore frutto di questi anni di vagabondaggio per le strade, racconta scorci di vita che restano metaforicamente tra le mani. Non è un vero e proprio videoclip è 1/3 del cortometraggio girato sulle coste calabresi in particolare a Cavinia. Protagonista del video è una chitarra che affronta la tempesta e, dopo una lunga e tortuosa odissea nei mari del sud, naufraga lungo le coste calabresi. Pronta ad aspettarla, la Coscienza l’afferra e ricomincia il viaggio. La porterà con sé prendendosi cura di questa creatura avvolta da un velo di costanti incertezze.

Siete entrambi di Cosenza ma artisticamente molto diversi. Com’è stato trovare la giusta combinazione in questo lavoro? Quando avete capito che potevate lavorare insieme?

Paolo: Nonostante le diversità pratiche abbiamo entrambi una propensione verso il bello, abbiamo iniziato questo percorso di collaborazione cercando di dare rispetto a quello che stavamo facendo, muovendoci sempre di più verso quello che per noi era ‘’vero’’ e andando contro le logiche di produzione che questo mercato usa e getta ci impone.
Francesco: Dietro l’Ennesimo c’è Paolo Pasqua, fratello, compagno di avventure e di sventure; ricordo solo momenti belli passati insieme. Un’amicizia nata ormai anni fa: Paolo mi contattò per suonare delle cover in un pub di Rende e fu un successo, quando ancora si respirava aria di concerti; gli proposi mesi fa di essere il produttore di questo viaggio e non ha esitato a dirmi di sì. Non ci siamo scelti, credo che sia stata una reazione a tutti questi anni di amicizia e collaborazioni artistiche.

Ho avuto la fortuna di conoscervi in una serata insieme a Leo Gassman. Avevate concluso un tour con lui, com’è nata questa collaborazione di fare un viaggio insieme?

Francesco: È stata una maratona di concerti partita da Bologna fino a Cosenza. Conosco Leo da diversi anni ormai, mi ha sempre seguito in questi tour pazzi con il mio van; ricordo di questo ultimo tour serate insonni, chilometri e chilometri misti a ore di chiacchiere, nuove conoscenze e buona musica.
Paolo: Ho conosciuto Leo un po’ di tempo fa grazie a Francesco. Una persona rara che emana energia, un ragazzo molto coraggioso e con tanta voglia di vivere. Ricordo che ci invitò a casa sua a Roma per pranzo e dopo aver mangiato, mentre bevevamo un caffè in terrazza, iniziammo a suonare le nostre canzoni e a parlare di arte, il modo migliore per conoscersi quando si ha in comune questa passione. Gli lasciai le mie canzoni inedite e qualche mese dopo decidemmo di cantare uno di quei brani insieme, successivamente decidemmo di farlo passare sotto le mani di Matteo Costanzo e di inciderlo con Giuseppe Taccini. Il pezzo uscirà tra qualche mese nel suo nuovo disco e non vedo l’ora possiate ascoltarlo tutti e tutte.

Siete sempre alla ricerca di un confronto con artisti della zona, infatti avete creato un evento settimanale dal titolo “Marley Session Open Mic”. Di cosa si tratta?

Francesco: “Marley session Open Mic” è una rassegna di musica indipendente, rappresenta la dedizione, il coraggio e la voglia di condivisione di quelle persone che nonostante tutto hanno continuato a creare arte e spazi. Abbiamo creato un centro nevralgico di cultura, un punto di riferimento per tutti gli artisti che vogliono esprimere il loro pensiero.
Paolo: In pochi mesi Marley ha fatto un sacco di strada, da Cosenza a Roma fino ad arrivare a Bologna. Abbiamo stretto legami con tante realtà di musica indipendente e conosciuto un sacco di artisti, calabresi e non, con i quali abbiamo spesso condiviso il palco. Per rendere vero quello che facciamo serve aggregazione, serve essere uniti e spingersi a vicenda: questo è il messaggio che con i nostri eventi stiamo promuovendo. Questa sera, per esempio, torneremo con una serata incredibile dove cinque diverse realtà si esibiranno sullo stesso palco. Ci saranno The Creedles, Blue Rose, Veronicaä, i Giasai e i Tetracluster. Durante la serata troverete sempre le mostre d’arte e le interviste alle associazioni del territorio. Insomma, io una birra venerdì all’Hub andrei a bermela.

Sembra che tutto questo percorso di confronto e sperimentazione senza filtri abbia come fine la realizzazione di “Le Mani”. Cosa può rappresentare questo brano per voi e per il pubblico? Qual è il messaggio che volete trasmettere?

Francesco: Rappresenta una manifestazione concreta delle influenze di questi anni passati a sperimentare, mi hanno scritto di aver provato varie sensazioni: c’è chi dice che le mani per loro è casa, catarsi, dolore, viaggio, ecc. Voglio esprimere l’immagine di libertà, libertà da queste logiche di un mercato illogico.
Paolo: Per me “Le Mani” non è il punto di arrivo, bensì l’inizio di una nuova fase della nostra carriera artistica. In cantiere per Francesco c’è un intero album, un disco da prendere ed ascoltare dall’inizio alla fine. Il brano poi è stato interamente prodotto da me, dalla fase di riprese fino a quella finale di mastering e sai per me che significa? Libertà. Significa non avere più intermediari tra me e l’arte, essere padrone di quello che voglio portare al mondo. Ci sono voluti anni, tanti soldi, tempo, sacrifici, giornate chiuso in casa, nottate sveglio davanti al computer, ma ora siamo qui. Ci sono altri artisti che stanno per uscire con opere prodotte da me, tante altre storie che stanno per prendere vita. Sarà una figata. Penso sia un bellissimo inizio.

 

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