Corato. Uno scrittore a tutto tondo, grande studioso dell’arte, della bellezza, della musica. Ha scritto molti versi su tantissime città, sulle loro meraviglie ed è stato premiato numerose volte per la sua ars poetica e riconosciuto per la sua originalità, in particolar modo per la sua opera “Caravaggio poesia della luce. Tutte le opere in versi”.
Conosciamo ora Franco Leone.
Ha moltissime passioni ed è una persona eclettica. Ci racconti di lei e di come è nato il suo sentimento per la scrittura e l’arte.
Sono un dottore informatico, per cui mi dedico alla creazione di software di gestione soprattutto da adottare in condivisione sul cloud. Mi occupo anche di master post-universitari mirati all’inserimento dei laureati nel mondo del lavoro, soprattutto nell’ambito delle nuove frontiere del web editing e del web marketing.
Sono stato impegnato anche in progetti informatici con le università balcaniche di “SS. Cirillo e Metodio” a Skopje e a Tirana.
Mi dedico, tra le altre cose, alla formazione a vari livelli, sia in ambito aziendale che scolastico, dunque, dai ragazzi della scuola primaria fino alla formazione degli stessi docenti.
La mia prima passione è la tecnologia, insieme alla fisica e all’astronomia, per cui, pur amando molto le lettere classiche, ho deciso che il mio futuro sarebbe stato l’informatica. Dentro di me si era però sedimentato l’amore per la letteratura, per l’arte e per la poesia che il Liceo Classico “Oriani” di Corato, attraverso la professionalità dei suoi docenti, mi aveva donato. Ho tenuto per anni questa passione in serbo dentro di me, ma prima o poi ho dovuto darle un senso.
Il mio impegno nella scrittura e nell’arte è nato durante un viaggio in Toscana.
Sono state le città d’arte “minori” a dare un impulso a questa mia inclinazione recondita. In queste città l’arte è più appartata, ma si esprime in modo più veritiero perché è meno insidiata dall’assillo incombente dei flussi turistici. Mi hanno affascinato in particolare Pistoia, Prato, Arezzo, Volterra.
Ma più di tutte mi ha incantato Arezzo dove, di fronte alla bellezza di Piazza Grande, nel colloquio silente del tempo con le torri, i palazzi medievali, l’abside della Pieve romanica e le Logge del Vasari, decisi di descrivere d’impulso in versi le emozioni artistiche di quella città.
Di lì a poco pensai di descrivere altre città come Lucca, Pisa, Prato, Pistoia, Siena e poi anche città del sud, tra le quali anche Corato, Bari, Ruvo, Troia, Trani, Bari, Lecce.
Nacque così una silloge di poesie dedicate a oltre 100 località italiane che decisi di intitolare “Splendori d’Italia in versi”.
In quale modo ha deciso di celebrare l’arte attraverso esse?
La mia concezione della vita è collegata alla bellezza, in particolar modo alla bellezza della donna. La bellezza si esprime soprattutto nell’amore e nelle gioie della vita, ma anche nei paesaggi e in tutte le forme d’arte come la pittura, la scultura, la musica, la poesia, la prosa, il teatro, la danza. Trovo che la pittura e la scultura riescano a raggiungere l’apice della bellezza soprattutto nell’immagine della donna. La sensualità e le linee sinuose della figura femminile sono l’acme di una bellezza in grado di sfidare l’immortalità. Alla pittura e alla scultura io abbino spesso mie poesie che descrivono capolavori della bellezza femminile. La celebrazione della vita avviene così attraverso la nudità pudica della Venere di Botticelli, la femminilità coinvolgente della Susanna di Artemisia Gentileschi, la sensualità prorompente della Proserpina di Gian Lorenzo Bernini, la carnalità delle modelle di strada di Caravaggio, l’eleganza della Paolina Bonaparte di Antonio Canova, senza dimenticare la soavità delle Madonne rinascimentali di Raffaello, Filippo Lippi, Perugino.
Premetto che sono arrivato a questi riconoscimenti grazie soprattutto alle donne. Cito in particolare la mia talent manager, Stefania Montori di Spoleto, organizzatrice di eventi culturali nazionali ed internazionali che mi ha portato agli onori del Festival di Spoleto, del Premio Bruxelles Art Festival, di Firenze con un evento straordinario dedicato a Leonardo da Vinci nel Palazzo del Consiglio della Regione Toscana e al Premio “Comunicare l’Europa” con il Patrocinio della Camera dei Deputati.
Nelle sue opere parla di arte, di musica, di scrittura, tutte arti che esprimono la vera essenza dell’umanità. Ha degli autori preferiti? Quali opere predilige?
Sarebbe discriminante dare una risposta decisa. Comunque, scelgo di rispondere che in questo momento sono molto attratto dalle opere di Caravaggio, semplicemente perché ho portato avanti uno studio molto accurato sulle sue opere e sugli spartiti musicali dipinti nei quadri, attingendo anche alla biblioteca dell’Università di Oxford.
Di Caravaggio mi piace il crudo realismo, mi piace il fatto che i suoi personaggi siano attinti dalla strada. Così l’umanità derelitta degli ultimi si trova improvvisamente catapultata sulle pale d’altare. Dentro le chiese, sopra gli altari, avviene la riscossa degli ultimi che finiscono per diventare primi. Per cui le prostitute diventano Madonne, gli scugnizzi diventano angeli, gli anziani e i mendicanti diventano apostoli o santi. Di Caravaggio, soprattutto, è spettacolare l’uso della luce, capace di scandagliare gli oggetti e i particolari di una scena portandoli dentro lo spazio dell’osservatore. Caravaggio compie il miracolo della tridimensionalità. Premetto che nel mio libro “Caravaggio Poesia della Luce”, della Secop Edizioni, ho cercato di analizzare tutti i possibili spartiti musicali presenti nelle opere del pittore lombardo, per esempio il mottetto dal titolo “QVam Pulchra es” di Noël Bauldewijn tratto dal “Libro quarto dei motetti de la corona”, del medesimo autore, presente nel “Riposo durante la fuga in Egitto”, i quattro madrigali di Jacob Arcadelt nel “Suonatore di liuto” di San Pietroburgo, i due madrigali di Francesco de Layolle e di Jachet de Berchem nel “Suonatore di liuto” di New York e il madrigale del compositore napoletano Pompeo Stabile nel “Concerto di giovani” di New York.
I mottetti sono composizioni musicali sacre tipiche del Cinquecento, mentre i madrigali sono composizioni profane molto in voga nella stessa epoca. Caravaggio inserisce i mottetti in un dipinto di carattere religioso (appunto il “Riposo durante la Fuga in Egitto”), mentre dipinge i madrigali in opere a tema profano (i suonatori di liuto o il concerto di giovani).
Nel “Riposo durante la fuga in Egitto”, oltre al già citato “QVam Pulchra es” di Noël Bauldewijn, è presente ancora un altro mottetto visibile nella pagina del libro seminascosta dal braccio dell’angelo. I miei studi accurati mi hanno portato all’identificazione del mottetto di Iosquin des Prez “LEctio actuum appostolorum”, in quanto è l’unico che inizia con lettera “L” presente nel “Libro quarto dei motetti de la corona” di Noël Bauldewijn, di cui fa parte il mottetto già identificato “QVam Pulchra es”. È in questa fase che ho messo a punto le mie competenze informatiche. La tecnologia mi è stata di grande supporto per l’accesso all’archivio bibliografico dell’Università di Oxford, dal quale ho attinto direttamente proprio il “Libro quarto dei motetti de la corona” di Noël Bauldewijn, che poi mi ha consentito di scoprire il mottetto di Iosquin des Prez. A supporto della mia ipotesi sono anche le uniche due note che è possibile riconoscere sulla sinistra dell’avambraccio dell’angelo: un Si e un Do in chiave di soprano, entrambe minime, che nel mottetto in questione intonano le prime due sillabe della parola “advenientis”. Dunque, il mio libro rilegge il sommo artista lombardo in una chiave poetica e musicale. Inoltre “portiamo” arte, musica e poesia attraverso eventi in tutta Italia (Firenze, Roma, Modena, Spoleto, Rieti, Bari, Taranto, Lecce, Messina…) con due musicisti professionisti: il maestro Pasquale Rinaldi del Conservatorio di Foggia al flauto traverso e mio fratello, il maestro (nonché cardiologo) Nino Leone, al clavicembalo. Le mie poesie sulle opere di Caravaggio sono scandite dalle note dipinte nei quadri di Caravaggio da questi due eccellenti musicisti. È uno spettacolo in quattro dimensioni: alle tre dimensioni dipinte da Caravaggio si aggiunge quella della musica rappresentata nei suoi quadri.
Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per la sua scrittura. Ce ne potrebbe menzionare alcuni, soprattutto gli ultimi?
I riconoscimenti più importanti che ho ricevuto sono la “Menzione al merito al Premio Letterario Internazionale ‘Salvatore Quasimodo 2015’”; il “Premio William Shakespeare – Pro Litteris Humanitate Scientia Iustitia” conferito dal Centro Europeo di Studi Universitari di Messina; la partecipazione all’evento “Da Antonello a Caravaggio” presso il Salone delle Bandiere di Messina – 2016; la partecipazione al “Giubileo delle Università” 2016 a Palazzo Ferrajoli – Roma; la partecipazione all’evento “Leonardo a Firenze” per il Cinquecentenario di Leonardo – Palazzo del Consiglio Regionale della Toscana – 2019; il “Premio Internazionale “Europa e Cultura del Nuovo Umanesimo 2019” presso l’Università La Sapienza di Roma; il “Premio Internazionale Letteratura 2019 “Bruxelles-Spoleto Art Festival” conferito presso la sede della Regione Abruzzo a Bruxelles; il “Primo Premio Internazionale di Letteratura e Poesia “Cesira Doria Ferrari” – 2019, conferimento alto riconoscimento internazionale da parte dell’Accademia “Italia in Arte e nel Mondo” presso l’Antico Teatro Apollo di Lecce; il “Premio Internazionale Comunicare l’Europa 2020” per meriti professionali, lavorativi e per il notevole impegno civile e culturale con il Patrocinio della Camera dei Deputati a Roma.
Notevoli sono state le recensioni da parte di studiosi di calibro nazionali fatte sui miei versi, come quella del critico Vittorio Sgarbi che ha sostenuto “Franco Leone mette in versi la bellezza con Torquato Tasso” mentre il conduttore televisivo Alberto Angela di me ha detto “Con le parole e con la sua sensibilità riesce a far risplendere l’arte di pura poesia!”.
“È un collega scrittore con la soavità della parola” ha proferito Franco Di Mare, giornalista Rai, mentre una delle più grande restauratrici di Caravaggio e Guercino, Marta Galvan, ha dichiarato “Quando lessi per la prima volta una poesia di Franco Leone sentii la presenza musicale di un cantore che narrava ciò che l’immagine artistica offriva. Ora sento la presenza di un “aedo”, cantore greco che la tradizione vuole cieco, poiché le Muse parlano attraverso di lui. L’arte viene da lui studiata, spiegata, sublimata. Davanti ad essa, egli si sofferma lentamente e con il suo canto invita a osservare in silenzio, poiché le Muse stanno parlando attraverso di lui”.
Anche la Principessa Rita Boncompagni Ludovisi è rimasta affascinata dai miei versi dicendo “Franco Leone is a Poet of tremendous talent and vision.”
Con i suoi versi ha fatto sognare intere città e ogni evento ha avuto il tutto esaurito. Quali eventi sono stati più importanti e cosa ricorda con gioia?
Ne devo citare assolutamente due: il primo è il “Premio Internazionale “Europa e Cultura del Nuovo Umanesimo 2019” presso l’Università “La Sapienza” di Roma, indetto dalla dottoressa Anna Manna, per la motivazione scritta dalla dottoressa e scrittrice Iole Chessa Olivares: “il libro di Franco Leone in una simbiosi tra arte, poesia e analisi degli spartiti musicali segna la frontiera di un nuovo Umanesimo, una nuova strada da percorrere per i posteri”.
Il secondo è il “Premio Internazionale Comunicare l’Europa 2020” per meriti professionali, lavorativi e per il notevole impegno civile e culturale con il Patrocinio della Camera dei Deputati a Roma, anche perché mi è stato conferito dal direttore dello Spoleto Art Festival, il dottor Luca Filipponi, e dal dottor Angelo Sagnelli, scrittore e poeta candidato al Premio Nobel per la Letteratura 2020. Colgo l’occasione per ringraziare la Casa Editrice Secop di Corato, l’editore Peppino Piacente e il grafico Nicola Piacente per l’eccellente lavoro svolto nella pubblicazione del mio libro “Caravagio Poesia della Luce”. Tra l’altro la Secop ha conseguito il prestigioso riconoscimento “Bruxelles-Spoleto Art Festival” per la Letteratura 2019 come casa editrice di eccellenza grazie al mio libro.
Il Covid – 19 ha inciso profondamente su di lei? In che modo?
Il Covid – 19 ha inciso in modo costruttivo. Ho scritto un libro durante il lockdown dedicato alla bellezza silente dell’Italia, ma non anticipo nulla perché è ancora in fase di stampa. Dico solo che ho voluto osare in termini di novità più di quanto non abbia fatto nessuno che io conosca fino ad ora. Spero di non aver osato troppo.
Quali saranno i prossimi eventi a cui parteciperà? Ha sogni nel cassetto?
Ho un grande progetto di beneficenza che intendo attuare già questa estate per le persone cadute in povertà a causa del Coronavirus, sempre attraverso arte, poesia e musica.
Inoltre sto cercando di portare, insieme con la dottoressa Pina Catino, presidente del Club UNESCO di Bisceglie di cui faccio parte, la cattedrale di Troia nel patrimonio mondiale UNESCO per l’unicità del suo rosone.
Vorrei solo che nel “cassetto” non restassero i libri acquistati dai miei lettori, spero che diventino una guida nella bellezza immortale della nostra Italia.
Come già detto ho un grande progetto di beneficenza. Se la “cultura” avrà dato anche un minimo sollievo a chi ora è in stato di necessità sentirò questa benevolenza spirare su di me come un vento benefico.