Torino. Novant’anni di vita e quasi settanta di carriera da grande architetto della lirica. Il Teatro Regio Torino festeggia il pluripremiato maestro Pier Luigi Pizzi nel giorno del suo compleanno ripercorrendo per immagini le pagine dello straordinario sodalizio che da 55 anni lo lega alla storia del Teatro Regio di Torino.
Una continua ricerca evolutiva nel segno dell’ordine, dell’eleganza e dell’essenzialità, riconoscibilissima nella sua cifra stilistica, che – dopo le prime esperienze come scenografo e costumista con “Madama Butterfly” di Puccini nel 1965, il rossiniano “Moïse et Pharaon” nel 1974 e il “Don Carlo” verdiano nel 1975 – conduce Pizzi al debutto nella regia d’opera nel 1977 con uno spettrale “Don Giovanni” di algido rigore neoclassico, ripreso già l’anno dopo.
Da allora la sua presenza nella triplice veste di regista, scenografo e costumista diventa un appuntamento ricorrente e sempre più affezionato con il pubblico del Regio. Fatta eccezione per “Maria Stuarda” di Donizetti (1977) e “Aida” di Verdi (1981), di cui cura solo scene e costumi, Pizzi torna protagonista a Torino con alcuni dei suoi allestimenti simbolo della “Rossini Renaissance”: la sepolcrale e sontuosa Semiramide interpretata da Katia Ricciarelli e Lucia Valentini Terrani (1981), il Tancredi barocco importato dal Rossini Opera Festival di Pesaro (1985) e “L’italiana in Algeri” diretta da Bruno Campanella (1992). Mentre nel 1985 firma una Chovanščina di Musorgskij buia e affascinante, contraddistinta dal rosso e dal nero dei costumi e dominata dalla cupola dorata della cattedrale di San Basilio.
Sperimentatore instancabile di tutti i repertori, Pizzi colleziona nel nuovo millennio altri grandi successi come “Il cappello di paglia di Firenze” di Rota (2004), “Falstaff” di Verdi (2007) e “Madama Butterfly” (2019), fino al doppio impegno nella Stagione 2019-20 con il fresco e moderno “Matrimonio segreto di Cimarosa” e la preziosa “Violanta di Korngold” in prima italiana.