Milano. Umberto Orsini, diretto da Luca Micheletti, torna a dar voce, al Piccolo Teatro Grassi, da oggi fino al 16 ottobre, a Ivan Karamazov, uno dei personaggi più complessi e tormentati dell’intera letteratura.
Umberto Orsini affronta per la terza volta nella sua carriera d’attore l’ultimo – e probabilmente più grande – romanzo di Fëdor Dostoevskij: “I fratelli Karamazov”.
Dopo il fortunato sceneggiato televisivo di Bolchi e il recente “La leggenda del grande inquisitore”, Orsini si confronta direttamente con la complessità del personaggio più controverso e tormentato dell’intera letteratura: Ivan Karamazov, il libero pensatore che teorizza l’amoralità del mondo e conduce all’omicidio, forse consapevolmente, l’assassino del padre.
Colpevole e innocente insieme, Ivan Karamazov ritorna a parlare, come un uomo ormai maturo che sente di non aver esaurito il proprio compito e, percependo il suo personaggio romanzesco troppo limitato per esprimere la complessità del suo pensiero, cerca di chiarire le esatte dinamiche dei “delitti” e dei “castighi”. A distanza di quarant’anni dai fatti raccontati da Dostoevskij, compila le sue memorie e tenta di far luce sui propri sentimenti e sulla propria filosofia, provando a svelarne le implicazioni criminali, come in un vero e proprio thriller psicologico e morale.
Nella ricchezza di un linguaggio penetrante quanto immediato e nell’avvicendarsi degli stati psicologici di un personaggio “amletico” e imprendibile, Umberto Orsini è il grande protagonista di un inedito viaggio nell’umana coscienza: una straziata e commovente confessione a tu per tu con sé stesso e con i propri fantasmi.