Roma. Il Global Music Report 2020 pubblicato dall’International Federation of the Phonographic Industry (IFPI) fotografa le condizioni di salute dell’industria musicale che, nel 2019, ha fatto registrare ricavi per complessivi 20,2 miliardi di dollari, in aumento dell’8,2% rispetto all’anno precedente. Il primo mercato mondiale è costituito da USA e Canada mentre l’Italia è fuori dalla Top 10 nonostante una crescita dell’8,2%, perfettamente in linea con la media mondiale.
Il segmento trainante è sicuramente quello dello streaming (56,1% del totale) con 11,4 miliardi di raccolta complessiva ed una crescita del 22,9% su base annua, che va a compensare le performance degli altri comparti (quasi tutti in calo): vendita di supporti fisici (4,4 miliardi, -5,3%), diritti di pubblica esecuzione (broadcasting ed utilizzo in locali pubblici, 2,6 miliardi, -12,6%), download ed altri impieghi digitali (1,5 miliardi, -15,3%), diritti di sincronizzazione (0,5 miliardi, +5,8%).
L’analisi dei dati conferma la netta preferenza degli utenti per l’ascolto di musica “liquida” in streaming sia in modalità gratuita (c.d. ad-supported streaming), che a pagamento. A tale riguardo, è interessante notare che gli introiti dallo streaming in abbonamento sono saliti del 24,1%, lasciando pochi dubbi su quale sia la modalità di fruizione attualmente preferita dal pubblico, specialmente nelle fasce di età più giovani.
Appare, invece, destinato a ricoprire un ruolo sempre più marginale il download che prosegue il trend negativo iniziato nel 2013, segnando un -15,3% rispetto al 2018. A dispetto della vivacità del mercato dei dischi in vinile (+5,3%), anche il settore della vendita dei supporti fisici (dal quale proviene tuttora oltre un quinto dei ricavi globali) continua a perdere terreno. Emblematico è il dato del Giappone, da sempre baluardo delle vendite fisiche, in calo del 4,8%.
Venendo ad esaminare gli artisti e le opere che hanno riscosso maggior successo, la classifica globale degli artisti 2019 (che tiene conto delle vendite in tutte le forme) è guidata da Taylor Swift, seguita da Ed Sheeran e Post Malone.
Nella top 3 dei singoli digitali svetta Billie Eilish con Bad Guy, seguita dal rapper Lil Nas X (con Old Town Road). Sul gradino più basso del podio Shawn Mendes e Camila Cabello con Señorita.
Per quanto concerne gli album, primo posto per il greatest hits della band giapponese Arashi (X20 all The Best!! 1999-2019) seguita da Taylor Swift (Lover) e dai sudcoreani BTS con Map of the Soul: Persona. Nella Top Ten spicca anche la presenza di due vecchie glorie: i Queen al sesto posto con Bohemian Rhapsody (colonna sonora del biopic su Freddy Mercury che è valso l’Oscar al protagonista Rami Malek) ed i Beatles con l’eterno Abbey Road che nel 2019 ha festeggiato i cinquant’anni dalla pubblicazione.
Nel complesso, il bilancio 2019 è stato indubbiamente positivo per il music business a livello mondiale. Tuttavia, come sottolineato da Frances Moore, CEO di IFPI, il Global Music Report fornisce una visione retrospettiva dell’industria musicale che, chiamata oggi ad affrontare l’emergenza Covid-19, rischia di vedere annullati nel 2020 i brillanti risultati appena ottenuti.