Roma. Giovedì 8 settembre alle ore 19.30, presso il Palazzo Falconieri di Roma, si terrà l’inaugurazione della mostra “Il cammino della riflessione” dell’artista ungherese Attila Kondor, classe 1974, già borsista dell’Accademia d’Ungheria in Roma. Al vernissage interverranno in presenza dell’artista: Gábor Kudar, direttore dell’Accademia d’Ungheria in Roma e Miklós Sulyok, curatore della mostra. Il nome dell’artista ‒ divenuto noto innanzitutto per il suo interesse ad esplorare le potenzialità meditative e contemplative dell’arte e dello spazio, nonché i fenomeni del mondo visivo quali esperienze pittoriche e filosofiche ‒ non è nuovo al pubblico italiano, avendo già esposto precedentemente in Italia, rispettivamente nel 2008 a Roma e nel 2011 a Potenza nell’ambito della mostra collettiva “La Nuova Europa, Giovani artisti ungheresi”. «Il progetto di pittura e animazione, “Il cammino della riflessione”, è legato alla consapevolezza dei processi creativi e di pensiero in cui i fenomeni del mondo visivo possono diventare un’esperienza pittorica e filosofica. L’opera stessa può così divenire un modello per comprendere il rapporto tra essere e coscienza; questo processo di modellazione offre l’opportunità di dar luogo a un esercizio mentale e spirituale da parte del creatore e del fruitore» – sostiene Attila Kondor. L’esposizione si divide in tre sezioni ‒ Città atelier (Műteremváros), Giardino della presenza (Jelenlétkert), Biblioteca interiore (Belső könyvtár) ‒ allestite nelle tre sale della Galleria, e ciascuna di esse prevede una video installazione (film d’animazione) affiancata da relativi dipinti e disegni. La maggior parte delle opere esposte proviene dalla mostra “Esperienza di libertà” di Kondor, tenutasi nel 2019 presso il Palazzo delle Esposizioni di Budapest. «Attila Kondor è diventato pictor doctus non solo per il mestiere della pittura, ma anche per la teoria dell’arte e per la filosofia dell’arte. In questo di per sé non ci sarebbe nulla di eccezionale: è quasi impossibile accedere all’arte contemporanea senza una seria preparazione teorica, che tuttavia si sviluppa intorno agli aspetti sociali sostenuti principalmente dalla critica d’arte e che si è diffusa ai giorni nostri nella civiltà occidentale. Tuttavia Kondor si vincola alla creazione del dipinto – grafica, pittorica o filmica che sia – e cerca di nuovo il concetto di dipinto, provando anche quelli finora utilizzati, e includendo le modalità creative che soddisfano l’esigenza del forte nesso tra realtà e dipinto. Si impegna a restituire importanza e credibilità alla cognizione artistica e all’arte stessa attraverso la ricerca del dipinto e della visione come mondo visibile e invisibile in mezzo alla spettacolare marea di immagini della nostra era, l’“età dell’immagine”» scrive Katalin Keserü, storica dell’arte, autrice del saggio introduttivo del catalogo della mostra. L’esposizione organizzata in collaborazione con l’Accademia Ungherese delle Arti (MMA), con il patrocinio della MNB Arts and Culture, resterà aperta fino al 30 settembre. Nel corso del vernissage, il pubblico potrà assistere alla performance musicale del suonatore di sitar Szabolcs Tóth.