Roma. Martedì 10 maggio, alle ore 20.00, il sipario del Teatro Costanzi si alza su “Il Corsaro” che José Carlos Martínez aveva firmato nel 2020 per la compagnia capitolina, nuova creazione coreografica interrotta dalla pandemia poco dopo il debutto. Il balletto, su libretto di De Saint Georges e Mazilier dal poema “The Corsair” di Byron, narra le vicende avventurose della schiava Medora e del corsaro Conrad. Il Maestro Alexei Baklan dirige l’Orchestra dell’Opera di Roma nelle musiche di Adam, Pugni, Delibes, Drigo. L’allestimento è impreziosito da costumi e scene di Francesco Zito e dalle luci di Vinicio Cheli.
Le otto rappresentazioni, dal 10 al 15 maggio, vedranno protagonisti étoiles, primi ballerini, solisti e Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma e due coppie di grandi ospiti internazionali cui sono affidati i ruoli dei protagonisti: la prima formata dai principal dancer del Royal Ballet di Londra, l’argentina Marianela Nuñez e il russo Vadim Muntagirov (10 e 12 maggio) che debutta su questo palcoscenico; la seconda da Maia Makhateli e Jacopo Tissi (11 e 13 maggio). La ballerina georgiana potrà finalmente danzare nel ruolo di Medora dopo aver visto la cancellazione delle sue repliche nel 2020 ed essere stata protagonista de “Il lago dei cigni” al Circo Massimo nel 2021. Jacopo Tissi sarà Conrad per il suo debutto assoluto all’Opera di Roma. Il giovane ma già affermato talento è il primo ballerino italiano a essere stato nominato, il 31 dicembre 2021, principal dancer del Teatro Bol’šoj.
Nei ruoli dei protagonisti danzeranno inoltre Susanna Salvi e Alessio Rezza (14 e 15 maggio), rispettivamente étoile e primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma.
«Felice di vedere finalmente in scena il balletto che era stato sospeso dalla pandemia – ha dichiarato il Sovrintendente Francesco Giambrone – felice che, insieme ai nostri bravissimi danzatori, étoiles e primi ballerini, “Il Corsaro” sia l’occasione anche del debutto al Teatro dell’Opera di Jacopo Tissi che in questo terribile tempo di guerra ha fatto una scelta personale e professionale molto forte e significativa. Ancora una volta il nostro Teatro conferma vicinanza e attenzione agli artisti ucraini, accogliendo sul suo podio il maestro Alexei Baklan, originario di Kiev. Una grande produzione di balletto che ribadisce il ruolo che ha il nostro Corpo di Ballo nelle strategie complessive della Fondazione».
«Il Corsaro è sempre stato per me uno dei più importanti balletti del repertorio, – ha dichiarato la Direttrice del Corpo di Ballo Eleonora Abbagnato – un titolo classico ma molto “danzante”, fondamentale per i nostri interpreti. Presentarlo nel 2020 a Roma con Martínez è stata un’opportunità unica. L’interruzione delle repliche a causa della pandemia ci ha lasciati in sospeso per due anni, ma rende carico di significato il ritorno in scena di una nuova creazione già apprezzata dalla critica che, a gennaio 2021, gli ha conferito il premio Danza&Danza 2020 come “miglior spettacolo classico dell’anno”. Un classico con nuove coreografie è stimolante per i ballerini e per il pubblico che aspettiamo numeroso questa volta, ci auguriamo, fino all’ultima delle otto rappresentazioni in programma».
Concepito nei primi decenni dell’Ottocento, “Il Corsaro” è considerato uno dei grandi balletti della stagione tardo romantica. La sua genesi è molto complessa, in un arco temporale molto esteso è passato tra le mani di numerosi coreografi. Ci sono stati “Il Corsaro” di Galzerani (Milano, 1826), “The Corsair” di Decombé (Londra, 1837), la versione di Mazilier, quella di riferimento e madre di tutte le altre (Parigi, 1856). Nel 1858 viene rimontato a San Pietroburgo da Perrot supportato da Petipa che ha poi curato una versione con nuove danze sulle note di “Pugni” (1863) e una più completa con il pas de deux su musica di Drigo (1899). Quest’ultima versione viene ripresa nel 1931 senza successo da Vaganova, nel 1955 da Gusev-Slonimskij, nel 1973 da Sergeev con il Balletto del Kirov, nell’87 da Vinogradov (sulla falsariga dell’edizione di Gusev- Slonimskij). Nel 1998 approda negli Stati Uniti, nel 2007 in Europa al Bayerische Staatsballett e, nella ricostruzione di Ratmansky e Burlaka, al Bol’šoj.
All’Opera di Roma va in scena per la prima volta nel 2008 “Il Corsaro” di Khomyakov; nel 2020 arriva in prima assoluta la versione di José Carlos Martínez che dichiara: «In genere “Il Corsaro” è una successione di variazioni per mostrare la tecnica degli interpreti con una drammaturgia molto confusa e troppo complessa. Per me è fondamentale far capire al pubblico cosa sta succedendo sulla scena. Così ho ridotto la durata del balletto affinché ci siano solo due atti e ho reso più accessibile e chiara la trama. Ho eliminato il personaggio di Alì, che non aggiungeva nulla all’azione, e ho messo in evidenza la storia portante, quella dei due personaggi Medora e Conrad. Ho mantenuto tutte le variazioni e i pas de deux che mostrano la tecnica dei ruoli principali e secondari, ma al servizio dell’azione. Si ritrovano tutti i momenti salienti della coreografia: il pas de deux detto “del Corsaro”, così come il “pas de bottes” o il “pas de six”. È molto importante rispettarli perché sono stati trasmessi di generazione in generazione. Tengo molto alla tradizione e la rispetto: voglio che il pubblico rintracci nella mia versione dei legami con l’originale. Per il resto ho cercato di dare una maggiore fluidità perché penso che il balletto classico, oggi, debba essere danzato in maniera più dinamica. Il lavoro all’Opera di Roma mi ha molto arricchito, ho apprezzato la grande qualità del Corpo di Ballo, il lavoro omogeneo e sempre in ascolto».