Varese. Festival Tra Sacro e Sacro Monte, il teatro montano che guarda al presente, sempre spalancato alle grandi domande dell’uomo.
Il teatro, il pensiero, la creatività non si fermano, ma nemmeno proseguono senza accorgersi di quello che accade.
“Non andrà tutto bene, forse potrà andare meglio o forse molto peggio – afferma Andrea Chiodi, direttore artistico del Festival – ma gli interrogativi che i grandi autori, che al Festival abbiamo sempre seguito e cui abbiamo guardato, ci fanno intravedere sempre quella speranza, così cara a Manzoni, a Claudel, a Testori, a Peguy, a Dante, a Elliot, a San Francesco, a Shakespeare, a Bernanos, a Dostoevskij, a Leopardi, a Montale, e tanti altri autori detti in questi dieci anni sulla terrazza del Mosè sopra Varese, interpretati da grandi nomi del teatro italiano. Al punto che desideriamo profondamente che tutto abbia un senso, che tutto sia fatto per qualcosa di grande, come ci ha insegnato la storia e il pensiero dell’uomo in tanti secoli”.
Il Festival Tra sacro e Sacro Monte vuole esserci, vuole continuare ed essere luogo del teatro autentico, quello che si interroga, si è interrogato e sempre si interrogherà sulla sorte ultima dell’uomo, con lo sguardo fiducioso di un destino buono.
“Ecco perché in questi dieci anni abbiamo scelto certi autori e ci siamo accompagnati ai più grandi artisti della scena teatrale Italiana: per scoprire il mistero della vita dell’uomo che in questi giorni sembra essere sempre davanti ai nostri occhi”.
Per questo viene riproposto on line sulla pagina Facebook Tra sacro e Sacro Monte, da venerdì 10 a lunedì 13 aprile, il video della nuova produzione realizzata lo scorso anno: una prima nazionale, che giovedì 11 luglio 2019 è andata in scena con grande successo al Sacro Monte, il “Christus Patiens” di Gregorio di Nazianzo, testo tradotto per il festival da Giorgio Ieranò. Una produzione dell’Associazione Tra sacro e Sacromonte, per la regia di Andrea Chiodi con Mariangela Granelli nel ruolo di Maria, Tindaro Granata in quello del messaggero, Angelo Di Genio, nel ruolo di Cristo e Stefania Pepe, Dario Villa, Sarah Collu, Valentina Maselli e con la partecipazione di Francesca Lombardi Mazzulli.
“Il motivo profondo che spinge a esplorare il testo del Nazianzeno è quello certamente di un recupero di un genere come quello dei centoni, così ricchi e affascinanti, ma anche e soprattutto di cercare di cogliere il senso profondo del sacrificio e ciò che questo sacrificio ha introdotto nella storia dell’umanità. Un progetto di altissimo valore culturale, unico nel suo genere”, prosegue Andrea Chiodi.
E quindi cosa di più opportuno per il venerdì Santo di una antichissima ma moderna passione di Cristo che permette di stare davanti al più grande sacrificio della storia e che contiene in sé anche quella grande speranza di rinascita, che tutti ci auguriamo presto per noi, per il teatro e per il mondo intero.
Con il desiderio che ancora una volta il Festival Tra sacro e Sacro Monte sia luogo dove la grande cultura e la letteratura con il teatro mettano davanti alle grandi domande dell’uomo, senza la presunzione di nessuna risposta facile, ma con il desiderio di smuovere e consolare il cuore e le menti degli uomini.