Milano. Al Teatro Studio Melato, dal 20 al 23 novembre, Camelia Ghazali e la sua compagnia, Praxis Theater Group, raccontano una storia personale e collettiva, un’indagine sul femminile nella società iraniana contemporanea per affrontare tematiche universali sull’affermazione dell’identità delle donne e sulla loro difficoltà nell’acquisire un ruolo.
Camelia Ghazali vive e lavora a Teheran, dove, con il drammaturgo Toomaj Danesh Behzadi, ha fondato la compagnia Praxis Theater Group, con già al proprio attivo tournée in Germania e Olanda, tra le più attive nella costruzione di un tessuto culturale condiviso nella società iraniana contemporanea.
Articolato in quadri, privo di un filo narrativo tradizionale, lo spettacolo esplora l’interiorità di una donna. I personaggi non hanno una propria storia e un loro background: gli attori recitano monologhi che danno voce ai pensieri di una donna, che si sente spezzata in diversi corpi.
“La vita femminile – spiega Camelia Ghazali – è fisiologicamente intrecciata al dolore. Ma esiste anche un’altra sofferenza, una forma di disumanità, inflitta alle donne dalla società in cui vivono che rifiuta di ascoltarne la voce”.
Una delle attrici in scena ripete insistentemente la frase: “I’m a Woman. Do you hear me?” (“Sono una donna. Mi sentite?”). In quella richiesta di ascolto, ossessivamente ripetuta perché altrettanto ignorata dal mondo circostante, sta la chiave del lavoro di Ghazali.
“La domanda che ogni donna iraniana si pone – spiega la regista – è “Chi sono?”. Definire la nostra identità è semplice in rapporto ai ritmi della natura, ma è complesso in relazione al mondo esterno. Di qui la paura di non essere ascoltate, considerate, di non essere percepite e quindi di venire ignorate. L’atmosfera dello spettacolo è una melodia danzata, in cui diverse voci femminili vanno a ricomporre, come tessere di un mosaico, le riflessioni intime e interiori di una donna”.