Milano. Qualche giorno fa ho avuto il piacere di intervistare Lucia Sardo, attrice di spicco nel panorama cinematografico e teatrale italiano che, dal 21 ottobre scorso, possiamo trovare anche sulla piattaforma Netflix nell’emozionante miniserie “Love from Scratch”.
L’attrice mi ha permesso, attraverso le sue argute e intriganti risposte alle mie domande, di riuscire a tracciare un, sebben sommario, fil rouge della sua avventura in questo campo artistico: dagli inizi, sino a qualche settimana fa a Palermo, quando ha ricevuto da SIEDAS (Società Italiana Esperti di Diritto delle Arti e dello Spettacolo) il Premio alla Carriera sezione spettacolo.
Come è nata la passione per il teatro?
Sin da bambina ho mostrato e coltivato un certo lato artistico ma questo, fino alla giovinezza, era principalmente indirizzato verso la pittura. Ero molto brava e da grande sognavo di poter fare la pittrice.
Il teatro è entrato nella mia vita in un periodo difficile e di grandi sofferenze: un’amica mi ha obbligata a partecipare, assieme a lei, ad un laboratorio teatrale per aiutarmi e distrarmi da ciò che succedeva attorno a me e dentro di me.
Fin dai primi giorni quest’opportunità si è rivelata estremamente coinvolgente e ha risvegliato in me un folle amore per il teatro.
La compagnia che dirigeva il laboratorio teatrale, il Teatro di Ventura, era una delle più importanti d’Italia e, alla fine del mio percorso nel laboratorio, mi è stato chiesto di rimanere con loro: ho accettato con grande entusiasmo e così ho iniziato a muovere i primi passi nell’universo teatrale.
Il Teatro di Ventura ha avuto per molti anni un ruolo attivo nel progetto del “Festival di Sant’Arcangelo di Romagna” e proprio in queste occasioni ha lavorato al fianco dei grandi protagonisti del teatro. Come è stato lavorare e formarsi accanto a loro?
Abbiamo lavorato con gli organizzatori del “Festival di Sant’Arcangelo” per dodici anni e l’obiettivo era quello di portare il teatro in tutto il territorio e soprattutto di coltivarlo durante tutto l’anno, non solo d’estate.
Lì ho conosciuto i nomi più importanti del teatro d’avanguardia del secolo scorso: Grotowsky, Barba, Brecht e tanti altri. Grandi registi e attori, da tutto il mondo, giungevano a Sant’Arcangelo per mettere in scena gli spettacoli più nuovi e rivoluzionari.
Ricordo questi anni come i più felici ed entusiasmanti della mia vita: ho imparato molto, ho respirato il teatro a pieni polmoni e ho vissuto fianco a fianco con altre persone tutte innamorate quanto me del loro lavoro.
Poi la sua carriera si è spostata anche sul cinema, dove ha lavorato accanto a star internazionali come Penelope Cruz e, nella nuovissima miniserie “Love from Scratch”, con Zoe Saldana. Può dirci qualcosa su questo progetto?
Questa serie tv è tratta da una storia vera e le due sceneggiatrici che hanno accompagnato noi attori passo per passo durante le riprese sono le sorelle protagoniste di questo racconto nella vita vera.
Si tratta di un lavoro molto emozionante e personale, che ha toccato tutti noi che vi abbiamo partecipato, dai tecnici, agli attori, al regista, a ognuna delle figure del retroscena che risultano indispensabili nella creazione di un capolavoro come questo, fino a farci diventare una vera e propria famiglia.
Ho partecipato a molti spettacoli, ho recitato in tanti film e sono sempre andata molto d’accordo con i miei colleghi, faccio fatica a ricordarmi momenti di difficoltà e di litigio, ma mai come in questo progetto mi sono sentita legata ai miei compagni di squadra.
Credo che la passione, la drammaticità e l’empatia che ci ha coinvolti tutti fino a questo punto sia il motivo per cui questa serie è ancora una delle più viste al mondo su Netflix: racconta di amore e di legami familiari e, attraverso la sua messa in scena, ha creato le stesse sensazioni in noi attori.
Anche in questo progetto interpreta una donna forte, legata alle sue radici e alla sua casa. Cosa direbbe alle giovani attrici che sognano di intraprendere una carriera nel mondo della recitazione?
Tutte le donne, sullo schermo e nella vita, sono forti: per sopravvivere dobbiamo necessariamente esserlo, dobbiamo farci strada e raggiungere i nostri sogni in un mondo fatto da uomini a misura per altri uomini.
Abbiamo imparato la resilienza, la pazienza, la modestia, in alcuni casi la sottomissione e da queste emozioni abbiamo dovuto trarre la nostra linfa vitale.
Per capire quanto, ancora oggi, il mondo del cinema sia dominato dagli uomini basta fare zapping in televisione sui programmi trasmessi in prima serata: si tratta di storie che raccontano di grandi personaggi maschili, già celebrati in miriadi di film, documentari, serie tv e del cui cast di solito fanno parte una quindicina di uomini e qualche donna, massimo quattro, di cui una, l’attrice principale, interpreta una donna ideata da uomini e, dunque, che si comporta come vogliono loro: è una classica femme fatale bella e impossibile, oppure una saggia e casta madre di famiglia. Difficilmente ci si sposta da queste due tipologie di personaggio.
Per fortuna negli ultimi tempi noto qualche moto di cambiamento e rinnovamento: anche solo attraverso le piattaforme streaming, oggi noi donne abbiamo la possibilità di cambiare il futuro di un prodotto cinematografico. Proprio “Love from Scratch” ha, per esempio, l’80% dei fruitori di sesso femminile.
Alle attrici più giovani dico che purtroppo non basta il talento, c’è bisogno di farsi forza e di non demordere. È un mondo patriarcale, fatto di continue lotte per conquistare un briciolo di potere, ma che è in grado di dare grandissime soddisfazioni.
Il 14 ottobre scorso, a Palermo, ha ricevuto il Premio alla Carriera di SIEDAS. Come ha vissuto questo riconoscimento e con quali emozioni?
Vivendo in Sicilia non frequento granché il mondo del cinema fuori dallo schermo, per questo sono stata piacevolmente sorpresa quando ho avuto l’opportunità di conoscere questa realtà. Questa occasione mi ha permesso di entrare in contatto con personalità artistiche e giuridiche di altissimo spessore e che mi hanno fatto trascorrere giornate piacevolissime.
L’ho vissuto come uno di quei premi che ti cambiano e magari danno anche uno scossone, una deviazione di percorso, alla tua vita e alla tua carriera.
A rendere questo riconoscimento ancora più emozionante è stato sicuramente il fatto che la premiazione si sia svolta a Palermo. La Sicilia rappresenta la mia casa e le mie radici e ricevere proprio qui un premio così importante mi ha portato tanta gioia e orgoglio.
Infine, posso chiederle qualcosa sui suoi progetti futuri?
Adoro la condivisione e non sono per niente scaramantica, ma purtroppo, in questo caso, devo rimanere sul vago finché ciò a cui sto lavorando non sarà completato. Posso solo accennare che per ora in cantiere ci sono tre grandi opere cinematografiche in cui interpreto tre donne forti e resilienti, e in cui lavoro accanto a personalità davvero di spicco del panorama italiano e internazionale.
Lucia Sardo è sicuramente un’abilissima attrice di teatro e cinema, una donna molto interessante e frizzante con un passato colmo di successi, ma anche di emozioni e sentimenti, di un’umanità sconvolgente.
Non possiamo che augurarle un grande in bocca al lupo nella sua carriera e sperare che, come lei per prima ha sottolineato, pian piano il mondo dell’arte, da fatto a misura di uomo, assuma una forma adatta più inclusiva nei confronti di tutti.