“Io sono ancora qui”, arriva nei cinema una storia di resistenza e memoria

Milano. Il 30 gennaio debutta nelle sale italiane “Io sono ancora qui”, il nuovo film del regista brasiliano Walter Salles, conosciuto per capolavori come “Central do Brasil” e “I Diari della Motocicletta”.
Tratto dal memoir “Ainda Estou Aqui” di Marcelo Rubens Paiva, il film esplora la dolorosa e toccante storia della famiglia Paiva durante la dittatura militare brasiliana degli anni ’70. Con un cast eccezionale guidato da Fernanda Torres, Selton Mello e Fernanda Montenegro, il film promette di regalare un viaggio emozionante nel cuore della storia recente del Brasile.
“Io sono ancora qui” è tratto da una storia e racconta di una famiglia che cerca di sopravvivere attraverso l’affetto e la solidarietà in un Brasile oppresso dalla dittatura militare. La vita della famiglia Paiva cambia infatti radicalmente quando Rubens Paiva (Selton Mello), marito di Eunice e padre di cinque figli, viene sequestrato dal regime e fatto sparire senza lasciare traccia. Eunice, interpretata da Fernanda Torres, affronta il dolore e la perdita reinventandosi per proteggere i suoi figli e mantenere viva la memoria del marito.
Attraverso il punto di vista di Eunice, il film intreccia la storia privata della famiglia Paiva con quella collettiva del Brasile, mostrando come la lotta per la democrazia si rifletta nella resilienza e nel coraggio di una madre determinata a non arrendersi.
Il film segna il ritorno di Walter Salles, uno dei registi più acclamati del panorama cinematografico internazionale, che questa volta presenta al pubblico un’opera profondamente personale.
Raccontando del rapporto tra la pellicola e l’eponimo libro di Marcelo Paiva, il regista ha spiegato come questa sia nata in primo luogo dal suo legame personale con la storia e con la scomparsa di Rubens, e di quanto si sia sentito toccato dalla pubblicazione del libro di Marcelo Rubens Paiva sui suoi genitori e sulla ricostruzione che la madre aveva compiuto dei ricordi della loro famiglia.
“Conoscevo la famiglia Paiva e frequentavo la loro casa durante la mia adolescenza. È stato lì che ho scoperto l’importanza della libertà e della resistenza in un periodo di oppressione” ha dichiarato Salles, che ha impiegato sette anni per portare questa storia sul grande schermo, dato il peso emotivo e storico della narrazione. “La memoria dei desaparecidos e delle ferite inflitte dalla dittatura non appartiene solo al passato, ma ci parla anche dei pericoli del presente”, ha aggiunto il regista, sottolineando così l’urgenza di affrontare il tema della memoria in un Brasile che, negli ultimi anni, ha visto riemergere tendenze autoritarie.
Uno degli aspetti più affascinanti di “Io sono ancora qui” è l’uso del Super 8 e del 35mm, che aggiungono autenticità e intensità visiva, regalando delle immagini simili a vecchi filmini di famiglia ed evocando con maestria l’atmosfera degli anni ’70, così da creare un legame intimo con i personaggi.
Nonostante l’ambientazione geografica, il film si mostra come un monito universale sui pericoli dell’autoritarismo e sull’importanza di preservare la memoria storica, un racconto che intreccia il personale con il politico, dimostrando che la lotta per la libertà e la dignità umana è una battaglia che riguarda tutti noi.
Distribuito da BiM, “Io sono ancora qui”, il cui titolo internazionale è “I’m still here”, è risultato vincitore del Premio per la Migliore Sceneggiatura alla 81esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, mentre in Brasile è già campione d’incassi con oltre 10 milioni di dollari al box office e 1.5 milioni di spettatori.
Il film è inoltre candidato ai Golden Globe come Miglior Film Internazionale e per la Miglior Attrice in un film drammatico (Fernanda Torres) ed è presente nella shortlist dei 15 migliori film stranieri che concorrono agli Oscar.

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