“It Ends with Us”, dal libro al film una storia di violenza e rinascita

Marcianise. Dal 21 agosto è disponibile al cinema “It Ends with Us”, un film tratto dall’omonimo romanzo di Colleen Hoover, scrittrice affermata ormai da qualche anno, soprattutto tra i giovani lettori. La produzione è stata diretta da Justin Baldoni, che ha anche recitato nella parte di Ryle, uno degli personaggi principali. La protagonista, Lily Bloom, è stata interpretata da Blake Lively mentre Brandon Sklenar ha vestito i panni di Atlas.

Lily Bloom si trasferisce a Boston per aprire il suo negozio di fiori, la sua più grande passione. Ma proprio in questo momento della sua vita il padre muore e i ricordi riaffiorano vividi nella mente, ricordi di violenza, violenza che la madre subiva per mano del marito. Il dolore che le ha provocato il padre è così forte da non riuscire neanche a scrivere cinque cose che amava di lui da leggere al funerale. Così decide di rifugiarsi sulla terrazza di un grattacielo, con una vista mozzafiato su quella che, ormai, è la città che custodisce i suoi sogni. Proprio su quella terrazza incontra Ryle, un neurochirurgo. I due sembrano da subito innamorarsi a vicenda e, per un caso fortuito, Lily riesce a rincontrarlo proprio nel suo negozio, iniziando così una vera e propria frequentazione, grazie anche alla sorella di lui, Allysa, che diventa la migliore amica di Lily.

Inizia così una storia “d’amore”, costellata di gelosie che iniziano a manifestarsi in Ryle dal ritorno del primo amore di Lily, Atlas, durante una cena tra i due e la madre di lei nel ristorante che ha aperto. Contemporaneamente al racconto presente ci vengono mostrati dei flashback, durante i quali si vedono Atlas e Lily adolescenti vivere un sentimento molto forte, interrotto per colpa del padre di lei. Da ragazzi Lily lo aveva aiutato in un momento difficile della sua vita e, da allora, non avevano mai dimenticato il bene che si volevano, portando avanti i loro sogni anche un po’ per l’altro, cercandosi di continuo silenziosamente, riservandosi il cuore a vicenda. Anche Atlas ha un passato violento per colpa dei compagni della madre ed è per questo che coglie immediatamente negli occhi di Lily il dolore, proponendosi subito per aiutarla.

Lily si trova davanti a un bivio: continuare a stare con Ryle, un uomo che le fa male ma che crede di amare, oppure cedere a un amore che è rimasto, nel tempo, indelebile?

L’uscita del film è stata rimandata svariate volte e ciò ha fatto crescere l’attesa che, però, non ha del tutto soddisfatto le aspettative che il pubblico si era creato. Adattare i libri dal punto di vista cinematografico non è certo un lavoro semplice e basta poco per rovinare anche best seller o, come in questo caso, non rendere del tutto il libro più famoso di Colleen Hoover.

Inoltre il film, durante il debutto, è stato accompagnato da un alone di polemica riguardante l’attrice protagonista Blake Lively, la quale sarebbe stata accusata di non prendere seriamente la campagna contro la violenza di cui il film è portavoce e ciò sarebbe stato dedotto da alcune sue affermazioni durante delle interviste; questo ha influenzato notevolmente l’opinione pubblica.

Non sarebbe stata solo lei a prendere sottogamba questo argomento, bensì il film stesso. Il tema nel libro viene trattato in maniera nettamente migliore, con un’attenzione maggiore alla dinamica delle relazioni tossiche e ai momenti di “follia” di Ryle, che nel film non vengono messi bene a fuoco, facendo quasi da contorno a tutta la pellicola, invece di esserne il vero e proprio fulcro.

Fino ad un certo punto, in realtà, si resta quasi stupiti dall’attinenza che il film ha nei confronti del libro: il primo incontro perfettamente descritto e il loro continuo flirtare, a volte anche troppo smielato, che fa credere allo spettatore di star osservando una coppia sbocciare e che resterà così felice per sempre. Ma appena inizia la tensione il film si perde un po’, tralasciando una delle parti più importanti del libro che permettono di capire al meglio l’affetto tra Lily e Atlas: lei, infatti, ha conservato tutte le lettere e i ricordi legati a lui, e nel libro vengono anche riportate le parole che si dedicavano a vicenda. L’ultima violenta litigata che hanno Ryle e Lily è dovuta proprio a uno scatolone che lui trova, pieno di lettere, ricordi e un diario, tutto riguardante Atlas. Ciò provoca in Ryle una forte e malata gelosia, che lo porta a far più male del solito alla moglie che riesce a salvarsi grazie ad Atlas, il quale corre non appena viene chiamato da lei: tristemente consapevole che le sarebbe servito, aveva imparato il suo numero a memoria prima che il marito le buttasse il foglio dove lo aveva scritto.

Nel film ciò non viene minimamente menzionato, le dinamiche sono diverse e, pur essendo sempre aiutata da Atlas, il tutto non ha lo stesso valore. Nonostante questo, il personaggio a cui la Colleen Hoover ha dato vita non perde la sua forza e la sua determinazione: Lily decide di dire basta e va fino in fondo per riuscire a mantener fede alla parola data. Lo fa per lei, per la madre che, invece, il coraggio non lo aveva mai avuto e per la figlia che scopre di aspettare. Quest’ultima diventa per lei un moto verso la rinascita.

Note positive sono la fotografia e la stessa Blake Lively che riesce a calarsi bene nel personaggio, dando un’immagine di Lily quanto più vicina a quella che i lettori possono essersi immaginati. Il personaggio tra tutti più fedele a quello descritto nel romanzo è Allysa, dipendente e migliore amica di Lily, nonché sorella di Ryle, che viene interpretata da Jenny Slate, perfetta nel ruolo; è lei la prima, insieme ad Atlas, a spingere Lily a lasciare suo fratello, cosa non scontata, poiché purtroppo nella realtà persone come Ryle vengono difese dai familiari. Non viene, quindi, contestata la bravura degli attori, quanto l’adattamento che poteva essere rivisto e reso più adeguato.

“It Ends with Us” non si può considerare un capolavoro ma nemmeno un film da scartare. Pur presentando alcune imperfezioni riesce a trasmettere il messaggio che è alla base del romanzo di Colleen Hoover e che quindi invita a riflettere su un argomento che resta fondamentale e attuale: tutti coloro che si trovano intrappolati in una relazione tossica devono trovare in sé stessi il coraggio di mettere un punto, perché il cambiamento parte da questo. Perché siamo noi a dire basta.

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