Napoli. Hikikomori, termine giapponese che in italiano si traduce “stare in disparte”, indica una persona che sceglie di limitare la propria vita sociale, ricorrendo a livelli estremi di isolamento, rifiutando il contatto con le persone e il mondo esterno. Gli studenti del Centro di Produzione Video del Liceo “F. Sbordone”, diretto da Laura Colantonio, hanno realizzato un reel per sensibilizzare le persone sull’argomento: dai ragazzi, per gli studenti e i loro genitori, con un linguaggio giovanile, di proposito in lingua napoletana e italiana insieme, per un messaggio di respiro internazionale, come è oggi la città di Napoli, ma che possa raggiungere le persone in difficoltà sul nostro territorio. L’idea è nata in seguito a un confronto tra studenti e docenti sul potente impatto che le parole e le azioni possono avere sulla vita di una persona, nel bene e nel male, quindi si è avvertita l’esigenza di realizzare in video un messaggio sociale che stimolasse le persone all’azione, nel tentativo di non lasciare ‘indietro’ nessuno e con pazienza, passo dopo passo, far riaffacciare alla vita i ragazzi e le ragazze che si sono autoescluse dalla società. Sono diverse le cause che portano un hikikomori all’isolamento, spesso indotto da fattori personali e sociali di varia natura, tra cui la grande pressione verso l’autorealizzazione e il successo personale a cui l’individuo è sottoposto nella società, fin dall’adolescenza, ma il ritiro è volontario e avviene gradualmente: i ragazzi si rifiutano di comunicare o scelgono di farlo solo attraverso sistemi che garantiscano il pieno controllo della comunicazione, come quelli informatici; possono apparire infelici, perdere le amicizie, la sicurezza e la fiducia in sé stessi, con un aumento dell’aggressività anche verso i genitori; possono insorgere depressione e comportamenti ossessivo-compulsivi. Il fenomeno è presente in Giappone dalla seconda metà degli anni ’80, è ormai diffusissimo negli Stati Uniti d’America e in Europa: secondo studi recenti del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Istituto Superiore di Sanità, che hanno pubblicato i risultati di ricerche condotte su una popolazione appartenente alla cosiddetta “generazione Z”, in Italia ci sarebbero tra i 50mila e i 100mila Hikikomori solo nella fascia studenti e circa 200mila considerando tutte le fasce di età.