Ravello. Avreste mai immaginato un Surdato ‘nnammurato che canta “Oje vita, oje vita mia” in blues? O che la fascinosa Brigida cui è dedicata la canzone “A’ Tazza ‘e cafè” possa non essere di Napoli ma della Giamaica? O, ancora, che i “guagliune e’ malavita” di Guapparia assomiglino a quelli di Fred Buscaglione?
Tutto questo – e molto altro ancora – accade per effetto della “Neapolitan Contamination”. Questa sera alle ore 21.15 Piazza Duomo si animerà di queste sonorità con il concerto dei NeaCo’, formazione che riproduce questa dinamica con la Canzone napoletana, proponendo i suoi brani più celebri in modo nuovo e particolarissimo.
La band, composta dal percussionista afrocubano-napoletano Giovanni Imparato, da Luigi Carbone al pianoforte e all’Hammond (oltre che regista e voce narrante), da Mats Hedberg e Antonio Carluccio alle chitarre, da Davide Grottelli ai fiati, da Anna Rita di Pace ai fiati e Aldo Perris al basso, proporrà al pubblico di Ravello un percorso nella musica “napoletana contaminata”. Il progetto NeaCo’ efficace contrazione del nome “Neapolitan Contamination”, nasce infatti attingendo dalla musica tradizionale partenopea per tuffarsi con grande maestria nei ritmi e nelle melodie appartenenti ai più svariati paesi del mondo. Jazz, reggae, swing, salsa, saranno solo alcuni degli elementi sapientemente miscelati ai brani più noti dal pubblico e che fanno parte della cultura italiana musicale più antica e più amata.
In scaletta “Scalitanella”, “Maruzzella”, “Je te vurria vasà”, e ancora “Te voglio bbene assaje”, “Dicintincelle vuie”, “O’ surdato nnammurato”, “Napule è”. Questi ed altri brani classici, vengono immersi nei villaggi caldi dell’Africa, nelle periferie di Rio o nei mari della Spagna più passionale, o nel gospel americano degli States.
Prossimo appuntamento con i concerti organizzati dalla Fondazione Ravello sabato 11 settembre (ore 21.15) sempre in Piazza Duomo con il concerto di Sergio Cammariere. www.ravellofestival.com.