San Giovanni a Teduccio. A Sala Ichòs, dall’8 al 10 febbraio, Compagnia Pilar Ternera presenta “Scene di libertà” di Jan Friedrich, Spettacolo Vincitore del Bando “Sillumina – Copia privata per i giovani e la cultura” promosso da SIAE e MIBAC.
Lo spettacolo vede in scena Giulia Gallone, Elisa Ranucci, Giacomo Masoni, Marco Fiorentini, Saverio Ottino. La regia è di Francesco Cortoni e la traduzione è a cura di Serena Grazzini e Francesca Leotta.
La danza scenica di Jan Friedrich racconta la storia di cinque 20enni che cercano una via di fuga dal mondo che li vuole responsabili. I giorni spensierati della gioventù sono finiti e nuove e infinite possibilità si aprono di fronte a loro. Ma come affrontarli senza perdere se stessi e l’un l’altro? La Lori idealistica che vede bugie in tutto ciò che la circonda e che sta cercando la vitalità che ha avuto una volta, deve fare i conti con il fatto che il suo fidanzato Josch sta trasformando la loro relazione in un calcolo costi-benefici. Dopo che lei lo invita a partire, finisce da sola e si raffredda fino alle ossa accanto a un mare di possibilità. L’amante di Josch, Pascal, non evita il sesso con i cani né si fa scrupolo a ferire le persone che lo circondano trasformando il proprio dolore in puro cinismo. Bastian, invece, ha costantemente bisogno di aiuto e il rapporto indefinito con Anni è giunto alla fine perché lei non può o non vuole più aiutarlo, nonostante la sua sindrome da crocerossina. Bastian per questo non risparmia gesti estremi come un tentativo di suicidio ma solo per attirare ancora una volta l’attenzione su se stesso. Il dramma finisce con un colpo di scena, netto, inaspettato. L’ultimo atto si apre all’interno di un cimitero, ci aspettiamo la commemorazione di Bastian ma in realtà mentre la scena si dipana ci accorgiamo che ad essere andata via è la Lori idealistica. Ha preso il suo shuttle una volta per tutte ed è volata via, in un’altra dimensione.
Il dramma riflette sulla condizione giovanile. Tutti quelli che in realtà sono ancora all’inizio pensano di essere al loro apice. All’inizio, i personaggi ci appaiono molto saggi e pieni di esperienza, ma nessuno dei cinque sa cosa vuole veramente. In questa ignoranza i sintomi del presente cominciano a manifestarsi, il che suggerisce la massima libertà ma genera anche spaesamento e vuoto interpersonale scatenando emozioni nuove per i protagonisti. I personaggi dinanzi a questa estrema libertà non riescono a concludere niente, tutto è abbandonato prima che inizi. Josch che è omosessuale inizia a flirtare con Anni, ma indietreggia a metà strada. Lui, d’altra parte, viene abbandonato da Lore che arriva troppo tardi all’aeroporto e manca il volo per le vacanze. Pascal sta per fare l’amore con Bastian, ma poi preferisce dirigere la proprie attenzioni al cane e lasciare Bastian nella sua solitudine. Lore diventa il centro della sofferenza che crea un mondo che spinge spudoratamente tutti a confessare che, dopo tutto, vogliono solo salvare la propria pelle. Un mondo che ridicolizza tutte le promesse fatte.
Scene di libertà è un pugno nello stomaco. Stordisce da quanto è lucido e diretto. Nonostante si componga di un’architettura drammaturgica complessa fatta di atti, o quadri, che non si prestano ad un ordine consequenziale logico, i protagonisti ricompongono una storia che non è finalizzata a raccontarci com’è andata ma a far emergere loro stessi come individui alla ricerca di senso e relazioni significative. I cinque giovani berlinesi, protagonisti del dramma, hanno piena libertà sia nel muoversi che nel fare esperienze anche sessualmente estreme, ma non riescono ad amare e ad amarsi. Il tutto diventa ancor più reale se si pensa che a scrivere è un giovanissimo drammaturgo berlinese nato nel 1992 che dà voce alla propria generazione. Senza retorica, l’autore, ci restituisce una generazione di ventenni con un profondo bisogno d’amore e che si incantano dinanzi alla possibilità di prendere uno Shuttle e abbandonarci su questa terra.