Roma. Fra pianeti da colonizzare e misteriosi bazar retro-futuristi, otto creazioni coreografiche, tre autori, quattro compagnie e due giorni di condivisione creativa aperta al pubblico per una intera settimana dedicata alla danza contemporanea internazionale. È “Spellbound 25”, il programma firmato dai coreografi Mauro Astolfi, Marcos Morau e Marco Goecke sotto la direzione generale di Valentina Marini, in scena al Teatro Vascello di Roma dal 9 al 14 novembre per festeggiare i 25 anni di attività di Spellbound Contemporary Ballet, compagnia romana di danza fra le più plurali e vocate all’internazionalizzazione presenti sulla scena contemporanea. Inizialmente programmato per il 2020, anno del venticinquennale della compagnia, l’evento è stato posticipato nel 2021 a causa delle restrizioni dovute alla pandemia e segna il ritorno di “Spellbound” sulla scena capitolina dopo un periodo di assenza.
Il progetto “Spellbound 25” è una produzione Spellbound realizzata con il contributo del Ministero della Cultura, di Regione Lazio – Dipartimento Cultura, Politiche Giovanili e Lazio creativo, in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna a Roma e in coproduzione con MilanoOltre e Cult!ur Partner.
La settimana si apre martedì 9 novembre con l’inizio di una due giorni dedicata a “Dancing Partners”, progetto in rete itinerante nato nel 2013 – di cui fanno parte la compagnia Thomas Noone Dance (Spagna), la Norrdance (Svezia), la Company Chameleon (Inghilterra), il collettivo Franctis Dance Company (Germania) e la stessa Spellbound Contemporary Ballet – per promuovere il lavoro degli artisti coinvolti attraverso pratiche di residenza, laboratori e incontri in un’ottica di scambio creativo e condivisione. In occasione di questa tappa romana del 2021 il pubblico presente al Teatro Vascello potrà assistere a estratti di “After the Party” della compagnia spagnola Thomas Noone Dance, alla Prima Nazionale di “Ordinary People” del collettivo di base a Friburgo Frantics Dance Company, alla Prima Romana di “Amaranthine” degli inglesi Company Chameleon e alla Prima Romana di “Ascent” di Spellbound Contemportary Ballet.
Dall’11 al 14 novembre invece il programma ideato da Astolfi, Morau e Goecke, tre autori diversi ma accomunati da una danza densa, precisa, riconoscibile. Quattro le creazioni che i danzatori di Spellbound porteranno in scena ogni sera: due progetti corali, l’onirico Marte del coreografo spagnolo Morau e l’immaginifico “Wonder Bazaar” di Astolfi, entrambi costruiti sull’interno organico di Spellbound costituito da nove performer; e due progetti a solo, l’acclamato Affi di Goecke, affidato alla tecnica di Mario Laterza, e il nuovo “Unknown Woman” di Astolfi dedicato ad una straordinaria interprete, Maria Cossu, che nell’anno del venticinquennale festeggia venti stagioni con Spellbound.
“Unknown Woman è un racconto serio ed immaginario allo stesso tempo, è un raccoglitore di memorie e di pensieri di quello che è accaduto con un’artista importante in 20 anni di collaborazione e di condivisione. Non so dove finisce l’immaginazione e quanto invece ho imparato da lei in questi 20 anni. Da sconosciuti siamo ancora in sala, ci osserviamo, ci regaliamo e ci rubiamo cose, ma ci conosciamo bene e per questo camminiamo ancora insieme.” – così l’autore presenta la propria creazione. Da questa riflessione intima si passa invece a quella più socioculturale e politica di Wonder Bazaar, sempre di Astolfi, un ragionamento intorno all’alienazione tecnologica del mondo contemporaneo per ritrovare la strada di un nuovo umanesimo. “Wonder Bazaar” è un avamposto di una umanità servoassistita da una tecnologia desueta, un emporio a buon mercato dove cercare di riparare i danni di una vita che non si riesce a capire e a controllare. I rapporti umani ormai ridotti al minimo lasciano spazio ad una fiducia cieca e priva di senso nei confronti di una macchina. Ma la meraviglia di questo bazaar è che paradossalmente proprio in questo cimitero meccanico si risolvono importanti teoremi sul senso della vita e ci si ricorda che le macchine sono state costruite da noi. “Il motore del mio lavoro è l’angoscia, può diventare una fonte di speranza. Rendere l’angoscia visibile e palpabile per trasformarla in bellezza” sembra fargli eco il coreografo tedesco Marco Goecke che a “Spellbound 25”, su musiche di Johnny Cash, presenta il solo maschile Affi, una delle sue creazioni di maggior successo internazionale, dal 2006 nel repertorio dello Scapino Ballet di Rotterdam e passato negli anni nelle grandi città di tutto il mondo, da New York a Istanbul.
Chiude il programma “Marte”, nuovo lavoro del catalano Morau per Spellbound Contemporary Ballet, una riflessione malinconica sulla forza della giovinezza e sul desiderio come forza motrice, che trova nel Dio della guerra (ma anche della passione e della sessualità) e in un pianeta vuoto in attesa di essere colonizzato le sue metafore perfette. Un progetto che riflette sui concetti di piacere, desiderio e tensione e sul conflitto fra individuo e collettività, fra presente e futuro, tra materia organica e tecnologia. Considerato uno degli artisti più creativi della sua generazione e attualmente impegnato in una nuova produzione presso il Nederlands Dance Theater, Marcos Morau in Italia ha creato finora esclusivamente per Spellbound Contemporary Ballet.