Napoli. Si chiude l’autunno musicale della Nuova Orchestra Scarlatti con un concerto di musica contemporanea, o ContemporaNea come lo stesso titolo del concerto suggerisce, presso la magnifica sala Scarlatti del Conservatorio di “San Pietro a Majella”.
L’orchestra ha salutato il suo pubblico domenica 8 dicembre con un repertorio decisamente unico concentrato sulle musiche della Napoli di oggi. Un programma fatto di opere dalle sonorità familiari, raffinate e mai banali. Il Conservatorio celebra così i suoi compositori tra cui i maestri Gaetano Panariello, Salvatore Della Vecchia e Patrizio Marrone con una musica volutamente alla portata di chi ha un orecchio anche meno educato senza mai scivolare nel pop.
Si sono alternate opere per coro, per orchestra e per coro ed orchestra. Il Coro Exultate è stato sapientemente diretto da Davide Troìa mentre la Nuova Orchestra Scarlatti ha visto come direttore Giuseppe Galiano, giovane e brillante allievo del Conservatorio di Napoli. Emblematico il percorso di Giuseppe che 10 anni fa, mentre studiava pianoforte, ad un “Concerto Sociale” della Nuova Orchestra Scarlatti, presso un gremito Auditorium Rai, confidò alla madre che un giorno oltre a suonare il piano avrebbe anche voluto dirigere l’orchestra.
In quel momento il giovane non avrebbe mai potuto immaginare che pochi anni più tardi avrebbe diretto proprio quell’orchestra che lo aveva ispirato; la sua direzione si è contraddistinta per l’eleganza regalando al pubblico, con un po’ di anticipo rispetto al Natale, un’esecuzione giovane, comunicativa e allo stesso tempo consapevole della musica proposta.
Un simbolo del lavoro che la Nuova Orchestra Scarlatti porta avanti quotidianamente nel diffondere cultura, bellezza, rendendo fertile il terreno per l’emersione del talento. Ed in effetti è stato un concerto in cui Napoli ha esaltato i propri talenti: quello di Giuseppe, del coro, dell’orchestra, dei solisti (Chiara Polese, soprano; Manuela Albano, violoncello; Lorenzo Pascucci, pianoforte; Luca Cipriano, clarinetto; Domenico Monda, djembé), dei compositori.
Si scopre un Conservatorio aperto che abbraccia la città diffondendo musiche moderne, alcune composte nei primi anni duemila altre più antiche, come quelle di Emilia Gubitosi (1887-1972). Intriganti poi “…in Coro” per clarinetto e coro di Gaetano Russo, nonché “Magnificat”, di Patrizio Marrone, selezione dalla Suite per archi e djembè, tamburo a calice originario dell’Africa occidentale. Una musica, quindi, non d’avanguardia e rivolta al pubblico di nicchia, ma volutamente composta ed eseguita per condividerla col pubblico.
Un concerto che ha consentito di scoprire qualità compositive ed esecutive degne dei più noti nomi ascrivibili all’area della musica cosiddetta contemporanea.
Un peccato tuttavia che gran parte delle bellissime e delicatissime musiche ascoltate non siano a disposizione del pubblico costantemente in rete o almeno sotto forma di cd.
Il concerto si è concluso con la prima esecuzione a Napoli di “Corda Fratres” di Gaetano Panariello, cantata per soprano, coro misto e orchestra su versi tratti da “L’allegria” di Giuseppe Ungaretti: opera colta con una forte tensione che si perfeziona nei versi finali “Fratres, corda Fratres”.