Roma. “La Pesca. Una storia Esselunga”, questo è il titolo dello spot rilasciato dalla nota catena di supermercati e la cui messa in onda su Rai 1 nei giorni scorsi ha generato molte polemiche.
Andiamo però con ordine. Lo spot racconta la storia di una bambina che al supermercato chiede alla mamma di acquistare una pesca. Si vede poi la bimba giocare a casa con la mamma fino a quando non bussa il papà al citofono dell’abitazione. La bimba scende da sola e raggiunge l’auto del padre. «Questa te la manda la mamma» – dice la bambina al padre porgendogli la pesca ed il papà sorridendo affettuosamente risponde che avrebbe ringraziato la mamma. Una piccola bugia che testimonia il desiderio della bimba di vedere i genitori ancora uniti.
Lo spot termina poi con la scritta in sovraimpressione: “Non c’è una spesa che non sia importante”.
Il racconto mira ad emozionare gli spettatori coinvolgendoli in una storia che comunque poco riguarda la catena di supermercati. Anche la scelta delle musiche si è rivelata vincente e punta a toccare le corde giuste dei telespettatori. Insomma, l’opera potrebbe essere considerata un cortometraggio e d’altronde dura due minuti: tempi decisamente troppo lunghi per gli standard pubblicitari.
Tuttavia, si è accusato lo spot di voler difendere la famiglia tradizionale sollevandosi così un polverone di polemiche da parte di tanti esponenti dell’opinione pubblica italiana fino ad arrivare alle più alte cariche dello Stato. Dal capo del governo ai ministri, da Massimo Recalcati ad Oliviero Toscani, in tanti hanno espresso la loro opinione sul messaggio pubblicitario di Esselunga.
Certo, ai telespettatori più attenti non sarà sfuggito come lo spot sia stato mandato in onda la prima volta subito dopo il telegiornale delle 20 e, di nuovo, tra il format “Affari tuoi” e la fiction Rai delle 21.30. In sostanza si tratta delle fasce orarie con la percentuale di pubblico più alta della giornata, ovvero degli spazi pubblicitari tendenzialmente più costosi di tutto il palinsesto. Dunque, appare difficile credere che tale tema fosse del tutto sconosciuto alla televisione pubblica, fermo restando che una simile risonanza non era prevedibile.
Alla luce delle immediate polemiche che ha suscitato lo spot, il giorno dopo ancora, il telegiornale di Rai 1 delle 20 ha mandato in onda un servizio in cui sono stati analizzati gli aspetti tecnici dello spot accompagnati anche da un’intervista ad una psicologa dell’Università Sapienza di Roma. Insomma, si è parlato tanto di questo spot pure sulla stessa emittente che l’ha mandato in onda.
Al di là delle polemiche, è un prodotto audiovisivo che ha avuto un’ottima realizzazione ed un grande impatto. Come ha evidenziato lo stesso ideatore del messaggio pubblicitario, Luca Lorenzini cofondatore con Luca Pannese dell’agenzia Small, «Quando un prodotto riesce a suscitare emozioni è un buon prodotto» (Open, ndr).
Certo, se è vero l’antico principio secondo cui non esiste pubblicità negativa, allora c’è da sottolineare come questo spot, da un punto di vista pubblicitario, sia stato senza dubbio un successo.