Milano. La vita che rinasce attraverso le parole è il mantra che trasuda dall’intera opera poetica di scrittrice, accademica e poetessa newyorkese di lungo corso. Classe 1943, nel corso della sua carriera ha pubblicato ben dodici raccolte poetiche e due saggi, in Italia tradotti a cura dell’anglista Massimo Bacigalupo per la casa editrice milanese Il Saggiatore.
È stata insignita di prestigiosi riconoscimenti tra cui il Premio Pulitzer per la poesia, nel 2003, con la silloge titolata “L’iris selvatico”, nella quale attraverso “l’anima dei fiori” per citare la nostra Serao, immagina che gli esseri vegetali parlino con il giardiniere che se ne prende cura. Parimenti, a cura de Il Saggiatore è anche “Averno”, la raccolta poetica che mette al centro il rapporto tra una madre e una figlia, tratteggiando una dimensione autobiografica nella lente del mito greco di Demetra e Persefone.
Tra gli altri premi ricordiamo la National Humanities Medal, il National Book Award, il premio Bollingen, il Wallace Stevens Award conferito dall’Academy of American Poets e la Gold Medal for Poetry dell’American Academy of Arts and Letters. La poetica di Louise Gloück si spinge fino ad universalizzare gli abissi dell’animo umano travolti dal dolore della perdita, dal conflitto e dalla solitudine.
“È una ferita sempre aperta” la sua poiesis. Una precondizione che la induce a mettersi in ascolto, a fare silenzio dentro di sé per dare voce alle sue emozioni nell’unico modo che sa. Per alleviare il dolore occorre astrarre e astrarsi. È un processo di liberazione che nella composizione poetica trova l’esperienza salvifica. La poesia è la via maestra per evadere ma anche per avere il coraggio scendere giù nell’ Ade.
A 77 anni ha ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura “per la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l’esistenza dell’individuo”. Ai suoi studenti di Yale e Stanford insegna l’arte dello stupore, perché “la scrittura serve per mantenere lo stupore e una poesia viva ti porta in un luogo che non conoscevi prima”.
Con “Notte fedele e virtuosa”, pubblicata con la stessa casa editrice nel 2021, Louise Glück continua ad insegnarci, non senza tenerezza, che i sogni dell’infanzia risiedono in noi e nel tempo si mescolano ai ricordi, che quelle storie relegate in un lontano spazio dell’essere non cessano di essere necessarie.