Napoli. Prenderà il via lunedì 4 novembre 2019 alle ore 21.00, al Teatro Nuovo, la rassegna Monday Dance 2019, undici appuntamenti (suddivisi in più performance per ogni serata), che, nei mesi di novembre e dicembre, “invaderà” il palcoscenico partenopeo per quattro serate, esclusivamente di lunedì.
La rassegna, che s’inserisce in un’ampia proposta del Teatro Pubblico Campano dedicata alla danza, è divenuta, ormai, un appuntamento fisso nella stagione della sala di Via Montecalvario, in particolar modo per il giorno cui è destinata la programmazione.
Giunta alla quarta edizione, la naturale evoluzione della rassegna è rappresentata dall’impegno costante di una programmazione sempre più in sintonia con il pubblico, rendendolo partecipe anche oltre le performance, con incontri, discussioni e interazioni post spettacolo con gli artisti ospiti.
Monday Dance nasce dalla funzione di antenna della danza contemporanea campana, che il Teatro Pubblico Campano svolge all’interno della Rete Anticorpi XL, prima rete italiana dedicata alla Giovane Danza d’Autore, e che, da oltre dieci anni, rappresenta una delle più significative “buone pratiche” della scena coreutica in Italia.
La rete, esempio concreto e indicativo di promozione della “più nuova” generazione di coreografi italiani, è composta di operatori che condividono l’ideazione e l’attuazione di azioni, attraverso la condivisione delle risorse di ciascun partner.
Nell’ottica di questa collaborazione, Monday Dance è una rassegna nella quale il Teatro Pubblico Campano seleziona un gruppo di giovani “danzautori” che hanno partecipato al Bando di selezione nella Vetrina della Giovane Danza d’Autore Anticorpi XL.
L’inaugurazione della rassegna, programmata per lunedì 4 novembre, è affidata ad Adriano Bolognino in “RM94978 From Paris to Tenerife”, con Rosaria Di Maro e Giorgia Longo, presentato da Compagnia Simona Bucci in collaborazione con il Network Anticorpi XL.
“RM94978 From Paris to Tenerife” è la storia dell’imprevedibilità. Routine di due assistenti di volo che si trovano alle prese con passeggeri, indicazioni e imprevisti, esplorando i comportamenti e le azioni di questo mestiere.
A seguire Art Garage presenta “Macia Del Prete in Be Alice”, un’istantanea autobiografica sull’atto di coraggio di una giovane e minuta donna che, svestendo i panni di un’adolescenza introspettiva e solitaria, dà inizio al processo di consapevolezza del proprio Io più intimo.
A chiudere il primo appuntamento della rassegna sarà Korper, che presenterà Nicolas Grimaldi Capitello e Francesco Russo in “Lost in this (un)stable life”, un “assolo” a due corpi, una continua inversione di ruoli, invasione di spazi, capovolgimento di condizioni. In scena due facce della stessa medaglia impegnate nell’affermazione del proprio essere di fronte all’altro, a se stessi e agli altri.
La rassegna proseguirà, lunedì 18 novembre, con “Sleeping Beauty -break time”, coreografia di Nyko Piscopo e danza di Leopoldo Guadagno, Bluebell – “Clean it or leave it”, coreografia e danza di Francesco Russo, e “Go with the flow”, ideazione e coreografia di Mariagiovanna Esposito e danza di Erica Bravini, Mara Capirci, Mariagiovanna Esposito, Michael Incarbone, Elisa Quadrana.
“Sleeping Beauty – break time”, presentato da Interno 5, è un manifesto politico contro la schiavitù del sistema lavorativo. La frenesia è delirio, desiderio smanioso di successo. Riappropriarsi del proprio tempo è necessario per mantenere alta l’energia vitale.
“Bluebell – Clean it or leave it”, presentato da ARB Dance Company, è un assolo di teatro fisico e danza, nato dalla riflessione sul rapporto madre-figlio, che analizza la figura di una casalinga presa dalla frenesia delle pulizie e di un uomo in fallimento nell’intento di risollevarsi.
“Go with the flow” è un’esperienza ipnotica, una serie di scenari dei quali è difficile riconoscere i confini. Idee, ambientazioni, situazioni, si fanno liquidi. Si plasmano e sono plasmati dall’atto performativo dei cinque performers, che, in scena, sono intenti a modificare il tempo e lo spazio, il tema e lo stato emotivo.
Ancora due appuntamenti, lunedì 25 novembre, con “Last”, coreografia di Marco Di Nardo, e danza di Carlos Aller, Diego De La Rosa, Marco Di Nardo, Juan Tirado, e “Saved Dreams – Trilogia animali e sogni”, di Chiara Alborino e Fabrizio Varriale.
“Last”, presentato da Frantics Dance Company, è come un film offuscato, come ricordi in una persona amnesica, quando la realtà e i sogni iniziano a essere contorti e mescolati. Si gioca con le immagini sfocate del passato o del futuro, cercando di avvicinare più approfonditamente il modo in cui la memoria nell’uomo si comporta quando ricorda, ricrea o immagina situazioni.
“Saved Dreams”, presentato da Danza Flux, è una scrittura coreografica e drammaturgica che ha, come focus principale, l’animalità e l’alterità espresse attraverso la figura emblematica del cavallo, associata all’essere umano nel suo desiderio di libertà e aspirazione al sogno.
Il programma di Monday Dance si concluderà, lunedì 9 dicembre, con “Body Island”, di Sara Lupoli e Roberta Fuorvia e la danza di Sara Lupoli, Metamorphosis, coreografia e danza di Michela Tartaglia, e “Pulse”, coreografia ed esecuzione di Andrea Zardi, Giovanfrancesco Giannini, Samuele Arisci.
“Body Island”, a cura di Body Island Project, è una performance multimediale che indaga il tema del rapporto tra l’uomo e l’isola. Un percorso spaziale ed emotivo, nel quale il pubblico ha l’occasione di incontrare e percepire alcune tracce dell’intimo rapporto tra corpo e insularità, come metafora della condizione dell’essere umano e del suo modo di conoscere il mondo.
“Metamorphosis”, proposto da Gruppo E-Motion, è una personale interpretazione della trasformazione del personaggio di Kore, che da bambina ingenua e innocente, intimamente legata alla figura materna, diviene Persefone, regina dell’Ade. Uno spettacolo che sprona il pubblico a estraniarsi dalla realtà e a concedersi pochi minuti per osservare e ascoltare la propria interiorità.
Presentato da ArtGarage, “Pulse” prende ispirazione dalla cruenta vicenda del 2016, avvenuta nell’omonimo locale di Orlando, in Florida. La strage, avvenuta in una serata gay-friendly e fu perpetrata da un uomo che faceva parte della comunità LGBT. In scena una riflessione sul concetto di comunità oggi, una messa in discussione dell’identità individuale, circoscritta in un luogo al di fuori della realtà sociale quotidiana.