Napoli. Prosegue la tredicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, diretto per il quarto anno da Ruggero Cappuccio, realizzato con il sostegno della Regione Campania e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, guidata da Alessandro Barbano. Questa sera, la sezione SportOpera si fa in due, con un appuntamento a Napoli e uno a Pozzuoli.
Alle 20.00, al Playoff Wellness Village (ingresso “Liv Eventi”), sulla Strada Provinciale Circumlago di Lucrino, frazione di Pozzuoli, va in scena in prima assoluta “Uno contro zero – la straordinaria storia del pallanuotista Enzo D’Angelo”, di Franco Cossu, per la regia Rosario Giglio, con Geremia Longobardo nei panni di Enzo D’Angelo (1951-2008), leggenda della pallanuoto italiana e originario di Baia nei Campi Flegrei. Lo spettacolo rievoca gli ultimi istanti di vita del campione, immaginando di vederlo riemergere dalle acque per raccontare tutta la sua vita mentre un tumore lo sta divorando. Sarà disponibile una navetta a/r da via San Carlo a Napoli alle ore 18.30; non sono previste fermate intermedie, il servizio è gratuito.
Sul palco del Casino della Regina del Real Bosco di Capodimonte (ingresso da Porta Miano), invece, in prima assoluta alle 21.00 c’è “The Damned Brian Clough Show” di Cristian Caira, diretto e interpretato da Alfonso Postiglione, con le musiche dal vivo di Marcello Giannini. Postiglione è la leggenda del calcio inglese Mr. Brian Howard Clough, scomparso nel 2004, conosciuto prima come calciatore e poi per essere stato uno dei più grandi allenatori della storia del calcio, vincitore di campionati nazionali, coppe dei campioni e molti altri trofei.
Per la sezione Osservatorio, in scena in prima assoluta al Giardino Romantico di Palazzo Reale, alle 21.00 e alle 23.00,” Le Genoveffe. Una favola amara”, progetto e regia di Francesco Campanile, che firma il testo insieme a Tiziana Tesauro. Vincenzo Castellone, Ciro Pagano, Nicola Tartarone, Salvatore Veneruso – la voice over è di Gennaro Monti – sono le Genoveffe: quattro sorelle ancora nubili che vivono con la madre anziana, egoista e tiranna. Costrette a crescere in un clima familiare che castra sogni e desideri, hanno ormai rinunciato a qualsiasi sogno di felicità, quando per loro arriva un invito inaspettato che potrebbe rimettere tutto in discussione. Giocato su due livelli, in una fusione tra linguaggio verbale e fisico, il lavoro di Campanile sceglie il corpo come luogo di una femminilità abortita che assume sempre più i tratti di una mascolinità sgraziata e grottesca.