Bologna. Continua la rassegna estiva “Rifiorir d’estate” nel Cortile del Teatro del Baraccano, a Bologna, nell’ambito di “Bologna Estate 2020”, il cartellone promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città Metropolitana di Bologna.
Il 25 agosto alle 21.15 sarà la volta di un’originale versione dell’“Histoire du soldat“ di Igor’ Stravinskij, prodotta da “ATTI SONORI” e presentata da Musica Insieme e Teatro del Baraccano, che vede in scena l’Orchestra del Baraccano, diretta dal maestro Giambattista Giocoli e le voci recitanti di Manuela De Meo e Pietro Traldi. Il ruolo del violino, ruolo principale, è affidato al violinista bolognese Roberto Noferini.
La versione realizzata da “ATTI SONORI” vuole mettere in risalto la potenza drammaturgica della musica, a cui si andrà ad aggiungere un viaggio fatto di immagini/suggestioni: musica e voce, infatti, saranno accompagnate dalla proiezione delle affascinanti opere del giovane illustratore Michele Cerone. Il prezioso lavoro di drammaturgia è stato affidato a Gianluca Cheli.
La celebre opera “povera” di Stravinskij, composta durante la Grande Guerra in contrapposizione ai canoni fastosi e ingombranti dell’opera lirica tradizionale, attinge alla tradizione fiabesca russa per rappresentare la storia di un soldato che vende la sua anima in cambio del suo violino.
Dalla cruda realtà della Guerra al sogno di ricchezza e di una vita ingannevolmente migliore, con un doppio finale. In fondo la storia del soldato è una storia che riguarda l’umanità nel suo complesso ed in particolare, il tema dell’impossibilità dell’uomo di sfuggire al proprio destino.
Ma l’”Histoire du soldat” è anche un inno alla rinascita e alla vittoria della creatività dopo le devastazioni della prima guerra mondiale, che proprio per il suo carattere emblematico vuol essere un auspicio a tornare a condividere la bellezza dell’arte e della musica… di nuovo insieme.
Quest’opera fu pensata inizialmente come opera per marionette: un prodotto artistico semplice ed immediato, con una forte componente simbolica. Ecco che il gesto grafico viene scelto come segno marionettistico per svelare il cupo retrogusto delle atmosfere ironiche, delineate musicalmente da Stravinskij nella sua opera da camera. Elementi che ritornano nel segno espressivo del piano più sommerso dell’”Histoire du Soldat”: quella malinconica, e tutto sommato un po’ buffa, sensazione di predeterminazione, unita alla follia creativa delle fiabe russe, da cui l’opera prende spunto.