“La vera storia di Eva”, Carlo Mormile torna il libreria con il suo secondo romanzo

Napoli. “La vera storia di Eva” è un romanzo che Carlo Mormile ha cominciato a scrivere nel 2018. La sua genesi risale all’anno precedente quando, per un gruppo di amici, l’autore scrisse una novella incentrata sul codice creativo. Il racconto, seppur rivisitato, è stato collocato al centro del romanzo per generare una scrittura a specchio che da quel centro si dipana in entrambe le direzioni in una continua alternanza di passato e presente, utilizzati per delineare l’unicità dell’esistenza umana. In apparenza “La vera storia di Eva” ha la forma di un thriller psicologico, ma in realtà si tratta di un percorso alchemico, dove la protagonista non ha altra possibilità di mutare se non quella di abbandonare per sempre il suo passato.
L’indicazione che si fornisce al lettore precede i ringraziamenti con i seguenti versi:
“L’antica vicenda è ritornata.
Al settimo tintinnio otterrai riconoscenza.
Identità alchemiche diventeranno incognite
e vivrai ancora”.
Al netto dell’acrostico, che si individua attraverso le iniziali delle parole, il significato dei vari versi può essere così sintetizzato:
“L’antica vicenda è ritornata” – Attenzione la storia che si racconta è soltanto in apparenza contemporanea ma la sua età è antica quanto il mondo.
“Al settimo tintinnio otterrai riconoscenza”– Nel romanzo ci sono riferimenti numerologici legati al numero sette, numero magico presente anche nei testi più antichi e celebri.
“Identità alchemiche diventeranno incognite” – Il libro parla di alchimia ma se il lettore non riuscirà a coglierne i significati queste identità si terranno celate.
“e vivrai ancora” – la morte non rappresenta un evento definitivo, ma è morte alchemica, ovvero la purificazione dal proprio passato finalizzata al raggiungimento di un nuovo livello di elevazione spirituale.
Altro particolare importante è quello che si trova nel capitolo 1 (Una voce fuori campo) dove si definisce la città immaginaria in cui si svolge la storia: ovvero Anastasia. Il nome non è casuale, è preso in prestito da una delle città invisibili di Italo Calvino. Circa dieci anni or sono fu chiesto all’autore di scrivere un brano musicale ispirato ad una di queste città calviniane e per l’appunto Mormile scelse di musicare la suggestione letteraria che gli veniva da Anastasia. Ovviamente la sua Anastasia si caratterizza per altri componenti che sono descritti nel capitolo 1 e offrono al lettore altre chiavi interpretative che si possono riepilogare in questo estratto: “Tutta la storia che ti andrò a raccontare si svolge ad Anastasia, città magica. Chi ci vive sa di essere e non essere, sa che la storia esiste o è fantasia, sa che il vissuto è conosciuto oppure ignoto e solo in pochi sanno che oltre la dimensione di Anastasia esiste l’altra Anastasia, quella che si cela nelle maglie di questo racconto”.
“La vera storia di Eva” è il secondo romanzo di Mormile. Il primo, “Harmonville”, era inserito nel suo manuale di armonia come racconto che si genera da un materiale noto (l’armonia musicale) e si trasforma in altro da sé.
Ovviamente, chi conosce la storia di Mormile come musicista potrebbe giustamente chiedersi che nesso ha la musica con l’alchimia, perché in apparenza sembrano concetti assai distanti tra loro. Nei numerosi anni di militanza musicale e nelle molte lezioni rivolte ai suoi studenti presso il Conservatorio di “San Pietro a Majella”, l’autore si è dovuto sempre misurare con il contrappunto, che a nessun titolo può essere considerato una mera tecnica. In realtà quando si opera con il contrappunto ci si propone di: prendere in esame una melodia nota (ciò che in alchimia è rappresentato dalla materia umana che si è manifestata a noi sin dal giorno della nostra nascita); sottoporla ad un processo trasformativo. (l’operazione contrappuntistica ovvero la trasmutazione alchemica del materiale sottoposto a vari processi); creare una nuova melodia frutto di trasformazione della melodia originaria. (il compimento della Grande Opera, ovvero la trasformazione della materia grezza – il piombo – in materia nobile – l’oro).

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