Bologna. Il ricchissimo patrimonio storico-musicale della città di Bologna ispira la giornata internazionale di studi “L’arte dei suoni in bella mostra: esperienze di museologia musicale”, che nella giornata di martedì 5 aprile collegherà idealmente due eminenti istituzioni cittadine operanti nell’ambito della tutela, gestione e valorizzazione dei beni musicali: il Museo internazionale e biblioteca della musica e il Museo di San Colombano – Collezione Tagliavini. L’iniziativa è promossa dalla Associazione culturale “Il Saggiatore musicale” con il coordinamento scientifico di Lorenzo Bianconi, professore emerito dell’Università di Bologna, in collaborazione con Istituzione Bologna Musei e con Genus Bononiae. Musei nella Città, e si avvale del sostegno del Ministero della Cultura, del Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna e della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. Gli esperti convocati a Bologna per la giornata di studi – museologi, architetti, organologi, storici della musica e dell’arte – sono chiamati a confrontarsi con alcune problematiche di fondo della museologia della musica, disciplina finora scarsamente istituzionalizzata che sta però acquisendo un rapido sviluppo in ragione della crescente consapevolezza di quanto importi facilitare presso il pubblico, sia esperto sia generico, la conoscenza e la comprensione dei beni materiali inerenti alla musica, nella loro eterogeneità (partiture, libri, strumenti, dipinti e testimonianze visive in genere). In primis: come possiamo ricondurre i beni esposti al loro oggetto centrale e però intangibile, ossia l’opera d’arte musicale, per sua natura non visibile? Riconosciuta Città Creativa della Musica UNESCO nel 2006, Bologna con il suo territorio può vantare una tradizione che si esprime in una straordinaria varietà di forme in termini di beni e manifestazioni musicali, a cominciare da questi due musei di particolare spicco sorti nei primi anni Duemila, entrambi riconducibili a personalità insigni nella storia europea della musica e della musicologia. Il Museo internazionale e biblioteca della musica, inaugurato nel 2004 a Palazzo Sanguinetti e parte del sistema museale civico afferente all’Istituzione Bologna Musei, espone un’ampia selezione di volumi, strumenti e dipinti di proprietà del Comune di Bologna che, nel loro nucleo primario, risalgono a padre Giovanni Battista Martini (1706-1784). Il Museo di San Colombano aperto nel 2010 e incluso nel circuito museale di Genus Bononiae. Musei nella Città, espone la cospicua collezione di strumenti musicali a tastiera donata da Luigi Ferdinando Tagliavini (1929-2017). Il pregio e la varietà dei materiali esibiti nei due musei, le loro distinte concezioni e finalità, le specifiche problematiche affrontate nell’allestimento e nella gestione offrono un patrimonio di esperienze da mettere a frutto nel campo, finora poco dissodato, della museologia musicale. Sul versante specifico dell’organologia, il panorama europeo dei musei e delle collezioni di strumenti musicali è ricco, il dibattito annoso e assiduo. Non così per le altre fattispecie di ‘beni musicali’, codici, partiture, trattati, libri, documenti, dipinti. Su questi fronti, le modalità della comunicazione e della ricontestualizzazione storica – attraverso il sistema delle didascalie, i sussidi multimediali, le pubblicazioni di contorno, le iniziative di divulgazione – versano tuttora in una fase esplorativa. Nel corso della giornata il profilo dei due musei bolognesi verrà messo a confronto con altri musei, musicali e no, italiani e stranieri, che presentino caratteri a vario titolo comparabili. Tra di essi, un intervento di particolare attualità sarà dedicato al Museo Nazionale Rossini inaugurato a Pesaro nel 2019, caso interessante di museo incentrato su una singola personalità artistica e concepito con un intento, in senso ampio, didattico.