Roma. Giovedì 10 ottobre alle ore 19 si inaugura alla Real Academia de España di Roma la mostra “Lapis specularis – La luce sotto terra” di Miguel Ángel Blanco. L’esposizione dell’artista originario di Madrid – organizzata da Instituto Cervantes, Ministero della Cultura e dello Sport spagnolo e dalla Real Academia de España – arriva per la prima volta in Italia, dopo aver fatto tappa al Museo Arqueológico Nacional di Madrid e al Museo Nacional de Arte Romano di Merida. La mostra resterà a Roma fino all’1 dicembre: si potrà visitare gratuitamente dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 18, per poi arrivare nel corso del 2020 anche a Milano e Palermo, completando il suo percorso espositivo italiano.
Il lapis specularis, gesso cristallino di grande trasparenza che può sfaldarsi in sottili fogli di ampia superficie, ha portato una grande rivoluzione nella vita quotidiana dei Romani. Il suo utilizzo permetteva, sia in abitazioni private che in edifici pubblici, di chiudere con pannelli mobili finestre e stanze, così come consentiva di mantenere costante la temperatura all’interno delle terme. Aveva anche una funzione nella vita simbolica, come elemento suntuario o magico.
Miguel Ángel Blanco, per la prima volta, si è servito di questo gesso selenitico come materiale creativo con un duplice obiettivo: esplorare le sue qualità plastiche, poetiche e meravigliose e rinnovare la Storia antica. L’artista madrileno classe 1958 fonde da tempo Arte e Natura in un particolare progetto: la Biblioteca del Bosco, attualmente composta da 1.191 libri-scatola contenenti tutti i regni naturali e innumerevoli esperienze rielaborate che incontrano un nuovo ordine. In occasione della mostra in Italia, con il supporto dell’Instituto Cervantes, Blanco presenta 24 libri-scatole insieme ad una serie di dischi e di scrigni (composizioni in scatole di ferro) realizzati in lapis specularis. L’artista rievoca la traslazione dalla Hispania al cuore dell’Impero, ricreando non tanto le sue finalità pratiche quanto le sue funzioni rituali attraverso un approccio più visionario che archeologico.
La Real Academia de España apre i suoi spazi a Miguel Ángel Blanco, offrendogli l’opportunità di dialogare con la sua collezione di archeologia romana e di intervenire nel Tempietto del Bramante: un bagliore selenitico invade lo spazio dalla cripta, sottolineando il suo carattere sacro, che si condensa simbolicamente in un disco sull’altare.
Nella prima delle due sale dell’Academia si espongono, in un complesso di vetrine, questi libri/scatola nei quali si sono messi in gioco la trasparenza e la geometria delle formazioni minerali, non solo del lapis ma anche di altre forme di gesso cristallizzato come la selenite e il longarone islandese, ognuno con proprie caratteristiche e leggende.
Nella seconda sala, le arcas (casse, dal latino arca) di ferro che contengono lastre di lapis, si relazionano con alcuni dei più bei pezzi della collezione della Real Academia de España. L’artista crea così un gioco di sguardi che ci rimandano alla funzione primordiale del lapis nell’architettura romana antica: far entrare la luce per facilitare la visione, dall’interno all’esterno.