Milano. Presso il Teatro Carcano di Milano, in scena dal 24 al 27 febbraio, lo spettacolo “LE VERITA’ DI BAKERSFIELD”, ispirato a fatti realmente accaduti, un dramma comico dello statunitense Stephen Sachs ambientato in un’America percorsa da forti divari sociali, interpretato dai bravissimi Marina Massironi e Giovanni Franzoni.
Maude, cinquantenne disoccupata, cela nella sua caotica roulotte un possibile tesoro, un presunto quadro di Jackson Pollock. La comparsa di un esperto d’arte a livello mondiale che si occuperà di fare l’expertise dell’opera, innesca un dialogo irresistibile sul tema del vero e del falso, fino ad un epilogo inaspettato. Ispirato a eventi veri, questo dramma comico crea domande vitali su ciò che rende l’arte e le persone veramente autentiche.
“Le verità di Bakersfield” (titolo originale “Bakersfield Mist”), mai rappresentato in Italia, è stato portato in scena nei migliori teatri negli Stati Uniti (tra i quali il Fountain Theater di Los Angeles e Orlando Shakespeare Theater) e tradotto in diverse lingue. Tra gli interpreti, hanno dato volto ai protagonisti anche Kathleen Turner e Ian McDiarmid, nella tenitura di tre mesi al West End di Londra.
Marina Massironi e Giovanni Franzoni lo interpretano magistralmente diretti dalla mano sapiente di Veronica Cruciani.
Note di regia: Non possiamo pronunciare la parola “verità” senza che non scaturiscano in noi una successione di domande. Che cos’è una verità? Chi decide che cosa è vero e che cosa è falso? Come si costruisce una verità a cui tutti credono fino a far pensare che sia la realtà? Queste domande riguardano anche il mondo del teatro, dove la verità è una costruzione, una finzione paradossalmente necessaria. La verità o la sua finzione si incarnerà in un quadro di Jackson Pollock. Da una parte c’è Maude, una vita segnata da un figlio che si è suicidato e da un marito violento ma che ora cerca il suo riscatto volendo dimostrare, attraverso una disperata vitalità, l’autenticità dell’opera. Dall’altra parte, Lionel, un critico d’arte, che si definisce un “cacciatore di falsi” e che afferma che il quadro non sia un Pollock autentico. Due personaggi lontani: Maude è una donna emarginata, appartenente alla categoria delle “white trash”; Lionel, invece, è un newyorchese abituato a frequentare la gente che conta, i ricchi e i potenti.
Il presunto Pollock farà incontrare questi due mondi creando un dialogo intenso, che sarebbe stato impossibile senza il quadro. Un dialogo che cambierà le loro vite, spingendoli a mettere in discussione la verità o la falsità dei loro rapporti sociali, fino a cambiare radicalmente il loro punto di vista sul mondo.