Asti. Pubblico attento e coinvolto al Teatro Alfieri di Asti, ieri 3 dicembre, in occasione della serata di chiusura della tredicesima edizione dell’ “Asti Film Festival”, per la proiezione di “Lettera a Faber”, il cortometraggio con cui il poeta e regista genovese Christian Olcese, presente all’evento, nel 2021 decise di rendere un tributo a Fabrizio De André, nel giorno del ventiduesimo anniversario della sua scomparsa. Un omaggio artistico, nel giorno della sua morte, a colui che definisce il “migliore cantautore di tutti i tempi”. Andato via troppo presto, “portando con sé una pioggia di malinconia”.
Nel corto, accompagnato dalla voce narrante di Francesco Patanè e dalle musiche di Davide Piero Runcini eseguite al pianoforte, Olcese scrive e descrive in modo autentico, diretto e sincero le sue riflessioni in relazione a De André. “Nessuno canta più la sofferenza – si legge e si ascolta. – Nessuno canta più l’essenza della vita / Tutti pensano alla fama e ai privilegi rilasciati da essa / Tu invece hai sempre dato fiato ad argomentazioni nascoste dalla nostra paura / Sei il protettore dei vinti / La voce del popolo”. E ancora: “Hai composto poesie immanenti/restando encomiabilmente te stesso […] Chiunque provi fare arte a Genova / é conscio della tua personalità /e ne è ispirato”. Nel suo dialogo epistolare Olcese non dimentica di chiedere anche a De André come abbia fatto a trasmettere le sue concezioni servendosi del dialetto. Confessando, poi, a Faber che ai giorni nostri “il dialetto é quasi morto / Pochi eletti riescono ancora a tenerlo in vita”.
Il cortometraggio vede anche la partecipazione dell’attore e comico Maurizio Lastrico, che parla a De André come se il cantautore non fosse mai scomparso. E ne sottolinea la grandezza per aver saputo vivere delle proprie passioni.
Gli interventi nel corto di alcuni personaggi della città fanno, invece, emergere come De André a Genova sia una leggenda. Anzi, come “Faber sia Genova”.
Nonostante la giovane età, Christian Olcese ha già ottenuto premi e riconoscimenti sia come poeta con “L’età della resa” e con “La salita del melograno”, sia come regista e sceneggiatore con “Lettera a Faber” e con “Il volto nascosto del cyberbullismo”.