L’Orchestra di Piazza Vittorio propone il “Don Giovanni” di Mozart

Milano. Va in scena, dal 29 al 31 maggio, al Piccolo Teatro Strehler, una nuova creazione dell’Orchestra di Piazza Vittorio: dopo il “Flauto magico” mozartiano e la “Carmen” di Bizet, un sorprendente “Don Giovanni”, affidato alla voce di Petra Magoni e diretto da Mario Tronco insieme ad Andrea Renzi.

Il “Don Giovanni” di Mozart secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio è il nuovo lavoro firmato dall’Orchestra più multietnica d’Italia. Presentato in prima assoluta nel 2017 al Festival Les Nuits de Fourvière di Lione, Le Monde lo ha definito uno spettacolo “glamour e iconoclasta”.
Don Giovanni è interpretato da una voce femminile, quella di Petra Magoni, già indimenticabile Regina della notte nel Flauto magico mozartiano. Capace di mille travestimenti e abile a muovere in scena le fila di tutta la vicenda, intorno a lei si sviluppa tutta la drammaturgia musicale. Una visione “altra” del protagonista che apre a una diversa lettura dei rapporti tra i personaggi.
“Siamo abituati all’idea di un Don Giovanni burlone, che si finge spesso un altro – racconta Mario Tronco, direttore artistico dell’Orchestra e regista dell’opera insieme ad Andrea Renzi –. Il travestimento, la mascherata sono le tentazioni per lui irresistibili. Si direbbe, per dirla con le parole di Fedele d’Amico, che egli inganni le donne non tanto per il piacere di conquistarle, ma che si prodighi a conquistarle per il piacere di ingannarle. Amare le donne e diventare ogni volta un altro. Potrebbe essere una definizione del Teatro come luogo in cui esseri in carne ed ossa si fingono altri. Il nostro Don Giovanni parte però da presupposti diversi. L’idea è quella di sempre: rappresentare se stessi nei panni di altri, recitare il ruolo di se stessi con le parole e il carattere di personaggi di fantasia”.
Tra arie, duetti e pezzi d’insieme, i personaggi percorrono fino in fondo le loro storie, rese vive e attuali ai nostri occhi dai travestimenti linguistici e musicali realizzati da Mario Tronco, Leandro Piccioni e Pino Pecorelli, portando l’opera, con mano leggera, ad abbattere ogni confine fra i diversi generi. Don Giovanni, come un redivivo Cab Calloway in un immaginario Music Club, un’ambientazione dal gusto anni ’20 ma anche fortemente contemporanea, dirige la sua orchestra e il suo destino in una pulsione di libertà e perdizione. I musicisti dell’Orchestra, posti su appositi piani sfalsati in altezza, che delimitano uno spazio a sviluppo circolare tagliato da una parete di pannelli variamente illuminati, si muovono quali protagonisti, insieme ai cantanti, nelle loro avventure musicali ed esistenziali. “L’Orchestra di Piazza Vittorio – spiega Andrea Renzi – attraverso la sua musica ci dice che, a saperla cercare, nella piazza di una città c’è un’idea di teatro del mondo. È lì, sotto casa tua, con la sua bellezza e la sua ineffabile complessità. Essere stato chiamato a collaborare al loro Don Giovanni è un privilegio che mi ha permesso di capire quanto lavoro duro e paziente sia necessario perché si possano integrare uomini e suoni lontani”.
Nel cast troviamo, insieme a Petra Magoni, Mama Marjas (Zerlina), cantante reggae già molto applaudita nel ruolo di protagonista della precedente Carmen, Omar Lopez Valle (fra le presenze storiche dell’Orchestra), che vestirà i panni di un Leporello in versione cubana; e ancora la cantante lirica di origine albanese Hersi Matmuja (Donna Elvira), il brasiliano Evandro Dos Reis (Don Ottavio), il tunisino Houcine Ataa (Masetto) e, alla sua prima collaborazione con l’Orchestra, Simona Boo (Donna Anna), dal 2015 vocalist dello storico gruppo napoletano dei 99 Posse. Saranno loro a trasformare il libretto di Lorenzo Da Ponte in una versione multilingue che abbraccia l’italiano, il francese, l’arabo e il portoghese.

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