Milano. È un ritorno in grande stile quello di Luca Buratto all’Auditorium di Milano. Il precoce talento, già Giovane Artista Residente della scorsa stagione dell’Orchestra Sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi”, era comparso l’ultima volta sul palco di Largo Mahler domenica 2 febbraio, prima del lockdown, per eseguire il “Concerto in Sol” di Ravel, e mostrando tutta la gamma timbrica di cui è capace, oltre a una profondità di pensiero musicale invidiabile. Mercoledì 19 e giovedì 20 agosto alle 20.30, Buratto eseguirà il Primo Concerto per pianoforte e orchestra in “Do maggiore op. 15”, composto da Beethoven nel 1798, a 28 anni e pubblicato soltanto nel marzo del 1801 dall’editore viennese Mollo. Dedicato ad una sua giovane allieva, Anna Luisa Barbara von Keglevich, a cui aveva da poco fatto dono anche della “Sonata in mi bemolle maggiore per pianoforte”, op. 7, il Primo Concerto mostra un linguaggio sostanzialmente ancora mozartiano, ma già si presagisce in nuce l’originalità del linguaggio beethoveniano, che dal classicismo sta “migrando” verso qualcos’altro. L’altra parte del programma è rappresentata invece da un Beethoven pienamente maturo, forse all’apice del suo linguaggio compositivo. La “Settima Sinfonia in La maggiore op. 92”, una delle più amate dal pubblico e dai musicisti, rappresenta un capolavoro senza tempo, una delle vette inusitate del sinfonismo di tutti i tempi. Richard Wagner la definirà come “un’apoteosi della danza nella sua massima essenza, l’azione del corpo tradotta in suoni ideali”, in cui ogni movimento è una gemma preziosa del repertorio. Si pensi in particolare all’Allegretto, un capolavoro d’invenzione melodica, che sembra una marcia funebre ma una marcia funebre non è.
Dopo Alexander Romanovsky, Alexander Lonquich, Benedetto Lupo e Federico Colli, l’arrivo di Luca Buratto conclude il ciclo dei cinque concerti per pianoforte e orchestra di Beethoven. Un primo checkpoint della Beethoven Summer, l’iniziativa estiva dell’Orchestra Sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi” dal 1° luglio al 30 agosto.
Procede la “Beethoven Summer” in un Auditorium di Milano “accogliente quasi come un grande salotto”, come afferma la Presidente della Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano “Giuseppe Verdi”, Ambra Redaelli. Un luogo sempre più a misura di spettatore e di musicista, e di cui la Fondazione prova un particolare orgoglio, essendo riuscita a combinare in un felice connubio le esigenze sonore e musicali dell’orchestra con le esigenze tecniche della totale sicurezza in cui i fruitori devono trovarsi al momento dell’ascolto, e non solo.